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Torna l’Intifada a Gerusalemme

Torna l’Intifada a GerusalemmeIssawiya – Ammar Awad/Reuters

Territori occupati Scontri e proteste nel sobborgo di Issawiya dopo l'uccisione da parte della polizia di un giovane palestinese. Hamas e Israele raggiungono un accordo di tregua ma Gaza manifesta ancora contro l'assedio

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 29 giugno 2019

Ore di sangue e scontri a Issawiya, un sobborgo-ghetto di Gerusalemme, dove la notte di giovedì e ieri decine di giovani palestinesi hanno affrontato la polizia israeliana. Mohamed Obeid, un giovane di 20 anni è stato ucciso. I poliziotti gli hanno sparato contro centrandolo in pieno petto. È morto poco dopo, nell’ambulanza che lo portava all’ospedale. La rabbia per questa uccisione ha innescato nuovi scontri. Il fuoco della polizia e i candelotti lacrimogeni hanno fatto una ventina di feriti. Almeno due palestinesi sono stati arrestati. La tensione si è subito estesa ad altri quartieri della zona araba, Est, di Gerusalemme, occupata nel 1967 ed annessa unilateralmente a Israele. In particolare a Sur Baher e Silwan, dove le autorità israeliane di recente hanno consegnato nuovi ordini di demolizione di case palestinesi giudicate “abusive”.

A Issawiya si sono rivissute, dopo lungo tempo, scene dell’Intifada palestinese contro l’occupazione. Il quartiere, povero, quasi privo di servizi e sovraffollato, è situato ai piedi di quella parte di Gerusalemme che guarda verso Gerico e la valle del Giordano. La sua miseria contrasta con l’ordine e il decoro della vicina Collina Francese, costruita da Israele dopo il 1967 nelle terre appena occupate, e dell’Università ebraica. Degrado, frustrazione e la consapevolezza di vivere ai margini di una vita dignitosa hanno creato una miscela esplosiva a Issawiya. Per le autorità israeliane il quartiere è solo una fonte di problemi, una base per le attività illegali e un rifugio per i ricercati politici. L’altra notte Issawiya è stato circondato. Con i reparti antisommossa della polizia lanciati a caccia di un militante del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina. Perquisite dozzine di case mentre in strada si vedevano giovani lanciare sassi verso gli agenti e urlare slogan. Testimoni dicono che i poliziotti hanno sparato tre colpi contro Mohammed Obeid. Altri negano che il giovane avesse lanciato petardi. Obeid era stato rilasciato un anno fa dopo aver passato venti mesi dietro le sbarre per motivi politici.

Ieri almeno 7mila palestinesi hanno partecipato, a ridosso della linee con Israele, alle proteste del venerdì della Grande Marcia del Ritorno contro il blocco di Gaza. I feriti sono stati una cinquantina di cui una dozzina dai colpi sparati dai cecchini dell’esercito israeliano. Le manifestazioni si sono svolte ugualmente nonostante l’accordo raggiunto giovedì notte da Israele e il movimento islamico Hamas, con la mediazione dell’Egitto e dell’Onu, che dovrebbe vedere il governo Netanyahu tornare ad estendere fino a 15 miglia l’area di pesca per i pescatori di Gaza e permettere le forniture per la centrale elettrica bloccate giorni fa. Da parte sua Hamas si sarebbe impegnato a fermare i lanci di palloni incendiari verso il Neghev. Lanci che sono proseguiti almeno fino a ieri pomeriggio provocando diversi incendi di coltivazioni e vegetazione secca nel sud di Israele.

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