Torna il coraggioso Einar di Alberto Manzi
Centenari Nell'anniversario del maestro in tv di «Non è mai troppo tardi», Gallucci porta in Italia il suo romanzo, uscito solo in Germania nel 1963. A Roma da venerdì, un convegno sulla sua figura
Centenari Nell'anniversario del maestro in tv di «Non è mai troppo tardi», Gallucci porta in Italia il suo romanzo, uscito solo in Germania nel 1963. A Roma da venerdì, un convegno sulla sua figura
Einar viaggiava nell’oscurità più nera, saltando fra i ghiacci scricchiolanti con il «passo del burattino». A volte, per avanzare, doveva mettersi a quattro zampe, così da resistere alla tempesta. È lui l’unico medico presente nel Nord della gelida Lapponia e soccorre i suoi abitanti, sfidando un clima estremo e la natura indomita. Salva vite, come quella di Eskil, che si è ferito con un coltello mentre macellava una renna. Il lungo viaggio di Einar è il romanzo «perduto» di Alberto Manzi che la casa editrice Gallucci riporta in Italia (pp.128, euro 12,90): fu pubblicato in Germania nel 1963 e da allora è rimasto inedito da noi poiché del manoscritto originale si smarrirono le tracce. Il libro è stato tradotto dal tedesco (in accordo con gli eredi di Manzi), da Angela Ricci e i meravigliosi disegni che accompagnano la narrazione di questo eroico «attraversamento degli elementi» sono gli originali realizzati da Heino Meissl.
In occasione del centenario della nascita di Alberto Manzi (Roma, 3 novembre 1924 – Pitigliano, 4 dicembre 1997), Gallucci «rivede» e ripubblica anche gli adattamenti di classici che fece l’autore – dall’Isola del tesoro al Libro della giungla fino alle Avventure di Gargantua.
Venerdì prossimo, l’Università Pontificia Salesiana dedicherà a Roma un seminario a quel maestro che andò in onda dal 1960 al ’68 con il programma Non è mai troppo tardi, alfabetizzando un milione e mezzo di italiani, che ottennero la licenza elementare. E in questa cornice, Tommaso Codignola (Edizioni di Storia e Letteratura) parlerà del libro La luna nelle baracche, incentrato sull’esperienza meno nota di Manzi in America Latina dove l’insegnante entrò in contatto con la realtà dei contadini sfruttati e privi di diritti.
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