Tormented Souls, allinearsi al mostro
Games Per play Station, pc, e presto per altre piattaforme
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I mostri di Tormented Souls, videogioco indipendente sviluppato dai due fratelli cileni componenti il team Dual Effect, sono materia da incubo sanitario, esseri umani degradati e torturati da scienza e magia che si trascinano su appendici amputate, deambulando su sedie a rotelle divenute oggetti di martirio, prigionieri e contaminati da strumenti medici che ricordano l’immaginario chirurgico di Dead Ringers di Cronenberg.
Uscito per Playstation 5 e PC, prossimamente anche su altre console, Tormented Souls ci riconduce per forma e dinamiche ludiche ai primordi di Silent Hill e Resident Evil, con inquadrature precalcolate fisse e dinamiche che ci intrappolano in una regia che diviene nemico, funzionale non solo per alimentare l’illusione di un cinema dell’orrore ma per allinearsi ai mostri, favorendone il carisma malefico e il potere spaventoso.
Giochiamo nelle strane vesti di Caroline, una donna che riceve una lettera contenente la fotografia di due gemelle e una richiesta di aiuto. Tormentata successivamente da incubi e visioni, Caroline si reca dunque presso la magione-ospedale dove le due bambine dovrebbero essere prigioniere. E qui comincia il vero orrore: ella rinviene d’improvviso nuda in una putrida vasca da bagno (ma ritroverà presto quella sua buffa gonna), attaccata ad un respiratore e priva di un occhio che qualcuno le ha asportato. Cominciamo dunque a muoverci confusi, trovando la strada tra i corridoi neri e marciti dell’ospedale, delirando tra presente e passato, armati all’inizio solo di uno sparachiodi.
La struttura classica evita all’esperto del «survival horror» un potenziale smarrimento, tuttavia gli enigmi di Tormented Souls non sono quasi mai convenzionali e talvolta sono così cervellotici da indurci ad un vago disorientamento. Estremo e splatter nella messa in scena dell’orrore, ancora più esplicito dei suoi illustri predecessori per la libertà creativa possibile ad un team piccolo e indipendente, Tormented Souls è una orripilante e contorta meraviglia da vedere grazie alle sue ambientazioni così esasperate nel restituire un senso di terrore e ribrezzo, ma è inoltre appassionante da giocare grazie a intuizioni ludiche davvero valide, come la necessità di evitare il buio e illuminarlo, pena una morte atroce, oppure quell’utilissima possibilità di effettuare un corto balzo all’indietro quando si spara a qualcuno dei sordidi mostri, una cosa utilissima per evitare il Game Over.
Come accade con il lontano (eppure così vicino) fantasy avventuroso Baldo The Guardian Howls o l’invece più corrispondente Daymare 1998 di Invaders Studio, sono tuttavia necessarie la consuetudine con un determinato passato giocoso nel genere di riferimento e soprattutto una passione per delle modalità ludiche che dai più ormai sono considerate obsolete, per farsi coinvolgere da Tormented Souls e amarlo come merita. Quindi non si tratta di un videogioco per tutti gli appassionati dell’orrore videoludico, ma per chi ricerca un’esperienza specifica e solo in questo caso potrà vivere uno degli horror interattivi più disturbanti degli ultimi anni.
Con la sua colonna sonora di pianistiche melodie strazianti, con il panorama sonoro composto da versi abominevoli e dal rumore sinistro di movimenti minacciosi e impossibili, con i suoi scenari sporchi di sangue, membra, viscere e indescrivibili sostanze, con la sua storia ai limite del surreale, Tormented Souls è un nuovo classico (solo per adulti) della paura virtuale dalla brutale e terrificante potenza horror.
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