Topolino & Co, sinfonie animate
La locandina de «La danza degli scheletri»
Alias

Topolino & Co, sinfonie animate

Storie Novantacinque anni fa la Disney lanciava una serie di cartoni, anche a tema musicale. Cortometraggi innovativi e sperimentali con colonne sonore che hanno avuto un ruolo fondamentale
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 17 febbraio 2024

La Disney e la Warner sono due giganti dell’animazione. Topolino – per primo, nel 1978 -, Bugs Bunny e Paperino hanno persino conquistato la loro stella nella Walk of Fame di Hollywood accanto a celebrità dello spettacolo come James Brown, Mel Brooks, Kirk Douglas e Marilyn Monroe. Anzi, per dirla tutta, il coniglio matto della Warner, per esempio, ha il suo posto al 7007 di Hollywood Blvd., vicino a Errol Flynn, divo immortale di capolavori cappa e spada come Capitan Blood (1935) e La leggenda di Robin Hood (1938). Lo vediamo, nella nostra fantasia, accompagnato dal classico motivetto dei Looney Tunes, mentre mangiando una carota, magari vestito da Pirata Barbanera, chiede insolente «Va tutto bene, fratello?». Quello che contraddistingue questi personaggi (e i loro fratelli dimenticati) è che, nel periodo degli anni Trenta e Quaranta, muovevano i loro passi attraverso piccoli corti musicali che venivano proiettati nei cinema come sorta di simpatica attesa per l’inizio dei film. Questa è la storia di alcuni capolavori dimenticati dell’animazione.

75 EPISODI

Le Sinfonie allegre (Silly Symphonies, il titolo originale) sono una serie di cortometraggi animati prodotti dalla Disney tra il 1929 e il 1939, per un totale di 75 episodi. Si tratta di una delle opere più innovative e sperimentali di Walt Disney, una vera piattaforma per testare nuove tecniche, processi, personaggi e storie nell’arte dell’animazione. A differenza della contemporanea serie incentrata su Mickey Mouse, le Sinfonie allegre non usavano personaggi fissi, ma variavano tema e stile a ogni episodio, spaziando dal comico al drammatico, dal fantastico al realistico, dal musicale al narrativo. Alcune eccezioni sono I tre Porcellini, La lepre e la tartaruga e I tre orfanelli, che sono apparsi più volte in questa serie. Anche Paperino ha fatto il suo debutto in una sinfonia allegra, La gallinella saggia, nel 1934, e, caso rarissimo, Pluto, il cane di Topolino, appare in un’avventura stand alone musicata con una partitura particolarmente concitata da Bert Lewis.

Le Sinfonie allegre sono state anche pionieristiche nell’uso delle nuove tecnologie nell’animazione. Walt Disney fu il primo a sfruttare il nuovo processo Technicolor a tre colori, sostituendo il precedente sviluppo a due effetti cromatici firmando un contratto di esclusività fino alla fine del 1935. Il primo corto a beneficiare di questo procedimento fu Fiori e alberi, nel 1932, che in origine era quasi terminato in bianco e nero, quindi fu cancellato e rifatto da capo, stavolta colorato. Questo azzardo valse alla Disney l’Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione, categoria che fu dominata dalle Sinfonie allegre per sette volte in otto anni. Il sonoro, invece, fu introdotto nel 1929 con La danza degli scheletri, che sfruttava la sincronizzazione tra le immagini e la musica, creando un irripetibile effetto di armonia e ritmo.
Proprio questo cortometraggio è il simbolo della grandezza anche sinfonica di questa serie. La colonna sonora fu arrangiata da Carl Stalling, che era rimasto folgorato dalla Danse macabre del teatro vaudeville. Il compositore mischiò temi originali con brani di musica classica adattati per l’occasione. Celebre il valzer macabro e giocoso che segue la danza degli scheletri, ma celebre è diventato anche l’uso della Marcia dei nani (o Marcia dei Troll) di Edvard Grieg quando gli scheletri suonano le proprie ossa come xilofoni, creando un contrasto tra la musica allegra e l’atmosfera lugubre. Questo momento d’alta animazione musicale influenzò nei decenni successivi artisti come Sam Raimi e la partitura di Joseph LoDuca e Danny Elfman per il folle L’armata delle tenebre.

UN’IDEA FISSA

Topolino era un’idea fissa di Walt Disney, ma stentava a partire. L’artista aveva perso i diritti del suo personaggio simbolo, Oswald il coniglio fortunato, e puntò tutto su un nuovo protagonista, un topo antropomorfo, chiamato inizialmente Mortimer, ma poi cambiato in Mickey su consiglio della moglie Lillian. Topolino, grazie alle matite di Ub Iwerks, debutta in un cortometraggio muto, L’aereo impazzito, il 15 maggio 1928. Tuttavia, il film non trova un distributore, così come il successivo, Topolino gaucho. Il successo arriva con Steamboat Willie, che sfrutta il sonoro sincronizzato, una novità assoluta per l’epoca. Il corto, ispirato alle produzioni di Buster Keaton, viene proiettato al Colony Theater di New York il 18 novembre 1928, compleanno ufficiale, tra l’altro, di Topolino. È proprio però con lo sfortunato L’aereo impazzito che iniziano le sinfonie Disney di Topolino, una serie di cortometraggi animati che hanno soprattutto Mickey Mouse come unico protagonista, salvo sporadici casi. Tra le sinfonie Disney di Topolino, la migliore è forse Le follie di Topolino (Mickey’s Follies) del 1929, diretto da Ub Iwerks e Wilfred Jackson, e mai doppiato in italiano. A comporre la colonna sonora fu Carl Stalling, che scrisse i temi originali unendoli con brani di musica popolare, creando così una miscela sonoramente esplosiva. Tra fanfare che annunciano lo spettacolo in mezzo a oche ballerine e la riproposta di ‘O sole mio cantata da una maialina che perde grottescamente i pantaloni, si distingue la straordinaria Minnie’s Yoo Hoo, eseguita da Topolino accompagnato da una tromba e dal suo ukulele, un inno alla felicità e all’amore per Minnie, la sua eterna fidanzata.

Le Merry Melodies (1931- 1969) sono la risposta Warner alle Silly Symphonies così come i Looney Tunes (1930- 1969) erano un contrasto di qualità alle sinfonie Disney di Topolino con stavolta in scena i celebri Bugs Bunny, Duffy Duck o Titti, che qui appaiono solo saltuariamente. Protagonisti sono personaggi meno famosi, creati per l’occasione, tra i quali spicca Bosko (da noi Bruscolo), creato da Hugh Harman e Rudolf Ising, star di quasi quaranta cortometraggi realizzati dalla Warner Bros. Cantante istrionico dai pantaloni lunghi e il cappello, con una fidanzata di nome Honey, il cane Bruno e il gatto randagio Wilbur, ebbe talmente successo che, negli anni Trenta, gareggiò in popolarità con Topolino. All’inizio era contraddistinto da un marcato accento afroamericano, poi fu sostituito da una voce in falsetto, forse per far tacere le dicerie che lo volevano una caricatura razzista di un afroamericano.

Più pazzi delle analoghe Disney, le Merry condividevano molte volte lo stesso compositore, quel Carl Stalling che pensò per primo con Walt alle Silly. Uno dei registi più efficaci fu Texas Avery, fondamentale nella creazione e nell’evoluzione di famosi personaggi animati come Bugs Bunny, Daffy Duck, Porky Pig, Elmer Fudd, Droopy, Screwy Squirrel, Il lupo, Red Hot Riding Hood (Cappuccetto rosso) e George e Junior. Per esempio nel classico Porky’s Duck Hunt (1937) rese talmente schizofrenica l’anatra che spesso rimbalzava sul fotogramma della pellicola a doppia velocità, urlando «Hoo-hoo!» con una voce acuta e accelerata fornita dal doppiatore Mel Blanc.

Tra le tante Merry Melodies una delle più polemiche è senza dubbio The Fifth-Column Mouse del 1943 con la sua smaccata aria di propaganda contro il Giappone e nobilitata dall’uso magistrale della Quinta Sinfonia di Ludwig van Beethoven. Sul finale i topi cantano festosi We Did it Before and We Can Do it Again («L’abbiamo fatto prima e possiamo farlo ancora»), un inno patriotico nato in risposta all’attacco di Pearl Harbour.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento