Economia

Tonfo in borsa di Atlantia e Bloomberg rilancia l’allarme spread

Tonfo in borsa di Atlantia e Bloomberg rilancia l’allarme spread – LaPresse

Titoli autostradali in picchiata Allo spettro delle politiche in deficit per varare Flat-Tax e Reddito di Cittadinanza, si aggiunge il fantasma gigante della nazionalizzazione di Autostrade

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 21 agosto 2018

La premesse per una esplosione dello spread e una conseguente debacle finanziaria dell’economia e della finanza italiana ci sono tutte. E questa volta a soffiare sul fuoco non è soltanto Bruxelles che ha chiesto al governo italiano di non sforare il tetto del 3 per cento malgrado il crollo del ponte di Genova. A puntare il dito sull’esecutivo Conte-di Maio-Salvini sono gli “amici” americani. Prima l’autorevole quotidiano Wall Street Journal, poi l’influente Bloomberg hanno sparato a zero sul sistema Italia e sui costi della possibile nazionalizzazione di Autostrade attraverso Anas o attraverso la fondazione ad hoc di una Newco, ovvero una società controllata dallo Stato che potrebbe prendere le redini dell’asset che in questo momento è ancora nelle mani della famiglia Benetton.

L’ennesimo tonfo in Borsa del titolo Atlantia è da questo punto di vista un bruttissimo segnale. Atlantia ha recuperato nel finale ma ha chiuso in calo del 4,6% a 18,43 euro, bruciando altri 639 milioni di euro, portando così la capitalizzazione a 15,34 miliardi di euro. In rosso anche gli altri gestori con Sias (-4,2%),

Autostrade Meridionali (-3,7%) e Astm (-3,5%). Lo spread è sceso a 270 punti. L’allarme è talmente forte da spingere Matteo Salvini a dichiarare: «I poteri forti non ci fermeranno».

Ma andiamo con ordine. Bloomberg ha diffuso ieri una indagine che certamente metterà gli investitori in massima allerta e probabilmente li indurrà a vendere tonnellate di titoli pubblici italiani sul mercato. Secondo Bloomberg lo spread tra il Btp e il Bund potrebbe allargarsi addirittura a 470 punti base se il governo M5S-Lega dovesse sforare il tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil, misura cui il sottosegretario Giancarlo Giorgetti non ha escluso di ricorrere. È quanto emerge da un sondaggio della potente agenzia di stampa americana, condotto presso alcune banche internazionali tra cui JpMorgan, Morgan Stanley, Commerzbank, Ing, Danske.

La previsione fa venire i brividi perché, come si è detto più volte, se davvero venisse superata la soglia dei 400 punti i Btp italiani si potrebbero trasformare in carta straccia. A quel punto, a prescindere dal prezzo, nessuno acquisterebbe il debito pubblico italiano. Neppure la Bce che ha già annunciato la fine degli acquisti per fine anno, potrebbe azzardarsi ad acquistare Btp così inquinati.

L’altra terribile mazzata è arrivata dal Wall Street Journal online che ancora una volta fa rivivere lo spettro della Grecia. Secondo il quotidiano l’Italia dimostra che lo sforzo fatto per tenere la Grecia nell’euro «potrebbe non essere abbastanza». «Le scosse di mercato rivissute la scorsa settimana sul debito italiano e i nuovi attacchi contro l’establishment europeo da parte dei politici a Roma – scrive il Wall Street Journal nell’edizione online – suggeriscono che lo spettro di una destabilizzante fuga di capitali da un paese della zona euro potrebbe verificarsi di nuovo. Un primo test arriverà questo autunno, quando il nuovo governo populista italiano dovrà presentare la legge di bilancio e spiegare come coprirà le sue costose promesse agli elettori».

Allo spettro delle politiche in deficit per varare Flat-Tax e Reddito di Cittadinanza, si aggiunge il fantasma gigante della nazionalizzazione di Autostrade. Secondo uno studio di Fillea-Cgil se il governo Conte volesse procedere alla nazionalizzazione di Autostrade spa dovrebbe sborsare tra i 15 e i 18 miliardi di euro. Il calcolo è stato fatto su i mancati incassi del gestore privato da oggi al 2038, (anno di scadenza), al netto di una serie di voci: costi, oneri investimenti e imposte. È vero che il governo, appellandosi a una postilla dell’articolo 9 della concessione che parla di “maggior danno” e vista la grande tragedia che darebbe sicuramente forza alla trattativa davanti ai giudici, punta ad azzerare il dovuto ad autostrade, ma non è detto che la giurisprudenza dia ragione allo Stato italiano. Oggi l’immane tragedia dà forza alle argomentazioni del governo che non a caso è stato applaudito ai funerali di Genova. Ma con il passare del tempo e l’affievolirsi della memoria è anche possibile che i giudici diano ragione a Autostrade. Se così fosse e se la spuntasse il gruppo Atlantia-Benetton il governo dovrebbe pagare una penale miliardaria aggravata dal costo della nazionalizzazione.

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