Tokio Mirage Sessios
Games Giochi di ruolo giapponesi, l'eterna lotta tra il bene e il male
Games Giochi di ruolo giapponesi, l'eterna lotta tra il bene e il male
Si chiama “Performa” l’energia metafisica che anima la creatività di ogni essere umano, nutre la fantasia e favorisce l’invenzione e l’interpretazione artistica. C’è qualcuno tuttavia che, come un vampiro succhia il sangue, divora questa eterea e vitale sostanza, riducendo le proprie vittime a spettri senza immaginazione. E’ su questo affascinante presupposto che si fonda l’intreccio di Tokyo Mirage Sessions# FE, gioco di ruolo classico solo nella forma inteso come “cross-over” tra i demoniaci mondi ludici di Shin Megami Tensei e lo strategico fantasy Fire Emblem sviluppato da Atlus in esclusiva per Wii U Nintendo.
Ambientato in una Tokyo stralunata e tinta di colori acidi e pop-punk, il videogame in questione comincia con un melodrammatico preludio a teatro durante un concerto: il pubblico e i cantanti scompaiono trascinati in un’altra dimensione e sola nella platea rimane una ragazza, Tsubasa Oribe. Dopo qualche anno dal sovrannaturale evento la ragazza, grazie alla compagnia dell’amico Itsuki Aoi, riuscirà a comprendere qualcosa di quegli strani fatti dopo che un’audizione per giovani con velleità canore si trasforma in un incubo presieduto da un mostuoso e diabolico presentatore che li trascinerà nella “Idolosphere”, un’allucinante altrove da cui proviene la minaccia. Ma è in questi luoghi visionari e astratti che i ragazzi troveranno l’ausilio di forze benigne (traslate da Fire Emblem)che li supporteranno nella battaglia contro il male, miraggi amichevoli dalla forma totalmente fantasy.
Ispirato al mondo nipponico della cultura “idol”, ovvero giovani stelle dal successo clamoroso quanto effimero, Tokyo Mirage Sessions #FE possiede un’epica grottesca e musicale che ricorda per corrispondenze pop le atmosfere del Fantasma dell’Opera di De Palma, ulteriormente esasperate e contaminate con elementi del tutto favolosi e giovanilistici. E’ solo una suggestione, una lucida allucinazione, questa intima similitudine tra il film e il videogame, una sfuggente questione di timbro che resta nel sottosuolo accomuna le due opere, un’armonica nota comune, perchè in superficie i due mondi artistici sono lontanissimi.
Tokyo Mirage Sessions #FE è la sorpresa giapponese di quest’estate, un videogame che sulla carta, considerata la natura strampalata di questo cross-over, avrebbe potuto fallire e scadere in un pedissequo e poco ispirato “fan-service” per gli appassionati dei due mondi ludici di riferimento. Al contrario quest’opera sorprende, tanto che realizziamo dopo poche ore di giocare a uno dei videogame di ruolo giapponesi più travolgenti, folli ed esaltanti degli ultimi anni. C’è un sistema di combattimento a turni che dimostra ancora la sua validità e necessità in un genere che per inseguire i gusti del pubblico occidentale sta perdendo la propria identità virando verso una caotica e poco tattica azione, c’è un ambientazione metropolitana suggestiva come quella di Tokyo di cui attraversiamo i quartieri sospesi tra realismo e cromatismo lisergico, c’è un disegno dei personaggi e delle creature che trascorre dalla tenerezza all’orrore di chimeriche creature malvage e infine una colonna sonora strepitosa con canzoni e musiche che deliziano divertendo e inquietando.
Momenti di esplorazione di Tokyo si alternano a lunghe e pericolose visite della “Idolosphere” dove si lotta e si sale di livello, ma il potenziamento della squadra di eroi è qualcosa che va oltre i numeri e le statistiche, perchè questi devono anche diventare artisti migliori per amplificare ulteriormente la forza del loro “performa”.
Che siano l’arte, qualsiasi sia la sua forma, e il talento che la produce, le “sostanze” più importanti dell’universo è l’intuizione più meravigliante avuta dagli autori del gioco, anche in questo caso sempre attenti al valore aggiuntivo e coinvolgente di inaspettate derive psicologiche nel subconcio degli adolescenti che popolano la loro opera, come nella saga di Shin Megami Tensei.
E non c’è migliore immagine nel riassumere la potenza dell’arte che nasce inaspettata e nuova ovunque trovi l’adeguato territorio, di quella che possiamo trovare all’interno dei locali della Fortuna Entertainment, agenzia di talenti che funziona come base per gli eroi: gli ancora vitali ruderi del tempio di un altro mondo cinti da una flora frondosa, fresca e maestosa che si ergono improbabili e magnifici dietro una porta comune.
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