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Tofalo e il M5S prendono il volo sugli F35

Virate di governo e di contratto Ma il M5S «ci fa o ci è»? Perché ieri abbiamo sentito un ripensamento tra i più sconcertanti, che mette i 5stelle di governo e di contratto (Salvini gongola) sulle […]

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 20 dicembre 2018

Ma il M5S «ci fa o ci è»? Perché ieri abbiamo sentito un ripensamento tra i più sconcertanti, che mette i 5stelle di governo e di contratto (Salvini gongola) sulle stesse orme di Berlusconi e del Pd, se non peggio.

«Si è parlato in Italia degli F35 e spesso in maniera distorta. Bisogna conoscere e valutare le informazioni. Il programma F35, che è stato avviato da oltre venti anni, a differenza di quello che qualcuno ha detto, è un aereo che ha un’ottima tecnologia ed è forse la migliore al mondo in questo momento». Queste le parole pronunciate a Montecitorio, in un convegno ad hoc, dal sottosegretario grillino alla Difesa, Angelo Tofalo. «L’F35 – ha aggiunto il «geniale» Tofalo – è un aereo di quinta generazione ed è quindi normale farci dei calcoli: resta ovvio che non possiamo rinunciare a una grande capacità della nostra aeronautica militare che ci mette avanti ad altri Paesi».

Siamo sorpresi per due argomenti: il primo è che il manifesto in perfetta solitudine ha iniziato la campagna «Caccia i cacciabombardieri» il 30 maggio del 2002 e non immaginavamo di avere così ragione; il secondo argomento è che le tematiche emerse, non tanto la scarsa attendibilità tecnologica dell’F35, ma la sua oggettiva pericolosità doveva da tempo essere patrimonio di chi pretende di voler governare. Al di là infatti dei disastri tecnologici del «mezzo aereo» in qualche modo aggiustati, l’F35-A è un formidabile cacciabombardiere da guerra atomica perché è concepito e progettato per il first strike nucleare, al punto che le almeno 50 atomiche che abbiamo a Ghedi e ad Aviano sono state ammodernate apposta e ora le micidiali ogive B61-12 possono essere montate proprio sugli F-35. Inoltre l’«ottima tecnologia» di cui parla Tofalo è certo uno strumento sofisticato, ma nelle salde mani del Pentagono: qui non si tratta solo di hardware ma di software, dove l’Italia è solo partner assemblante del prodotto della capofila Locked Martin che li produce.

E i costi? Dovrebbero perlomeno preoccupare chi come Conte e Tria è intento a tagliare interessi sociali come pensioni e reddito di cittadinanza. Ogni F35 costa infatti oltre 100 milioni di euro, per un totale di 90 – la ministra della Difesa Trenta ha dichiarato che «non ne dovremmo comprare di più – che si aggira da 10 ai 14 miliardi, ma è un pozzo senza fondo perché quell’ «ottima tecnologia» viene sempre aggiornata e a nostra insaputa.

E pensare che il «guerrigliero» del M5S Di Battista, accusava nel 2013 alla Camera l’allora Pdl di volere gli F35 «per i loro affari e per servire i loro padroni», e al Pd neo-sponsor dei cacciabombardieri, ammoniva che «gli F35 sono uno strumento di morte e chi nasconde la testa sotto la sabbia votando una mozione a favore non è solo un pavido ma è colluso con questo scempio del governo dell’inciucio perenne». A quale malaffare e inciucio è riconducibile l’attuale virata di Tofolo arrivato ad insediarsi alla carica di sottosegretario in tuta mimetica e con un mitra in mano?

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