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Todmorden, la città da assaggiare

Todmorden, la città da assaggiare

Alternative Nella cittadina inglese dove ha messo le radici un nuovo modello di «paesaggio urbano commestibile» che attira turisti (e vip) dall’Inghilterra e non solo

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 29 novembre 2018

Immaginate di camminare per la via principale di una cittadina inglese di quindicimila abitanti, immaginate di passeggiarvi tra aiuole fiorite, tra capolini di cipolle in fiore ed api che vi bottinano sopra. Immaginate di poter leggere dei cartelli colorati che vi spiegano la storia di quel miele. Ci siete?

Immaginate adesso di potervi chinare su una di queste aiuole e mangiare una fragola – se la stagione è giusta – e che nessuno vi dica nulla. Come se fosse roba vostra. Anzi, gli abitanti vi sorridono. Se vi succede questo non state sognando, siete arrivati nella cittadina di Todmorden, tra Leeds e Manchester. Siete nel West Yorkshire.

Il motto del Comune di Todmorden campeggia nello stemma: By industry prosperity. Gli inglesi sono tradizionalisti riguardo a queste cose ma adesso, dopo dieci anni di attività di Incredible Edible, potrebbero aggiornarlo in By agriculture prosperity. Mantenendo, ovviamente, la rosa sull’armatura.
Questa quieta cittadina deindustrializzata si avviava ad un terziario avanzato come tante altre, adesso invece è meta di un turismo molto particolare che l’ha fatta conoscere in tutta l’Inghilterra e non solo. Questo modello di un nuovo paesaggio «commestibile» nato dal basso – e senza una sterlina di progettazione, senza un manifesto programmatico, senza lunghe discussioni e all’inizio senza nemmeno lo straccio di un permesso – oggi si impone e con dolcezza vi accoglie.

MARY CLEAR, LA RESPONSABILE per la comunicazione del gruppo, spiega come sono andate le cose. C’è anche un libro di Pam Warhurst che racconta come è nata questa storia, Plant veg. Grow a revolution. Dieci anni orsono, durante una riunione, una sessantina di persone riflettevano su cosa potesse unire una comunità. Organizzarono uno scambio di semi e quello fu il primo passo. Ma andarono oltre.

Si dissero che un elemento concreto intorno al quale chiunque possa riconoscersi, indipendentemente dalla classe sociale, dalla religione e dal paese di provenienza, era il cibo. Delinearono quindi tre piani concreti intorno ai quali una comunità può ruotare. Il primo, la comunità stessa, il suo vivere quotidiano, le sue abitudini, le relazioni personali. Il secondo, l’apprendimento, quello che viene impartito ai nostri figli a scuola e quelle conoscenze che ci scambiamo comunemente. Il terzo piano è l’economia, in buona sostanza come facciamo per mandare avanti la carretta. Se troviamo un elemento che possa attraversare questi tre piani ed armonicamente farli coincidere, abbiamo cominciato il cambiamento. E questo elemento è stato trovato: era il cibo.

La sala, racconta Mary Clear, fu scossa da una sana sensazione di positività. Cominciarono con il rendere piacevole e appetibile una via cittadina, con le aiuole, fino ad allora meta ambita solo per cani a passeggio. Le fecero fiorire e ci presero gusto. Fu  poi la volta di un’area accanto alla stazione e quindi, il nuovo ospedale di Todmorden: otto milioni di sterline di investimento e intorno solo cespugli spinosi. La direzione dell’ospedale alla richiesta del gruppo di occuparsi di quello spazio oppose tutta una serie di permessi complicati da ottenere: furono ottenuti.

QUELL’AREA ADESSO E’ UN FRUTTETO. Fu la volta dell’area verde intorno ad una casa di riposo: adesso gli ospiti si occupano con amore del giardino creato. E così, tutta la città, piazzola dopo piazzola, è stata coltivata ed è diventata commestibile.

In questi dieci anni sempre più persone sono state coinvolte, Mary Clear ci dice che hanno imparato facendo e che non hanno nemmeno richiesto una certificazione biologica (troppo cara). Coltivano senza pesticidi e questo basta. Incredible Edible è nata così. Senza burocrazia, dal basso. I rapporti con l’amministrazione comunali sono ottimi, le strade sono pulite, i cittadini amano molto di più passeggiare tra i fiori, le verdure, la frutta. «E’ questo il momento – racconta Pam Warhurst – per praticare la resilienza».

Qualcuno forse può pensare che gli ortolani si siano lamentati di questa disponibilità gratuita di frutta e verdura. Invece no. E’ accaduto esattamente il contrario. Quelli di Incredible Edible, per esempio, si sono inventati una mappa delle uova e delle galline, hanno tracciato un percorso nel quale professionisti o privati dispongono di uova da vendere.

IL RISULTATO E’ STATO CHE SI VENDONO più uova, che si ricercano più uova percorrendo a piedi il territorio. Todmorden così è diventata un polo di attrazione, un esempio di «vegetable tourism», il turismo vegetale che ha portato migliaia di persone. Una città nella quale ogni prato è un prato fiorito e profumato di erbe officinali, gradevole da vivere ma anche da visitare.

E sono stati coinvolti gli artisti: non tutti conoscono erbe e piante e non tutti sanno quando è il momento di raccogliere e di seminare e cosa si può mangiare e cosa no, e così sono stati apposti pannelli ovunque e realizzati colorati murales per spiegare ed illustrare. Il liceo locale ha istituito una sezione di agricoltura. Todmorden è ripartita come comunità e ha vinto la scommessa.

ALTRE TRENTA CITTA’ INGLESI SI STANNO incamminando in questa direzione. Dalla Nuova Zelanda, dopo il tremendo terremoto, sono venuti da Christchurch per osservare come poter far ripartire la comunità prendendo spunto da Incredible edible. Anche il principe Carlo è venuto a vedere con suoi occhi, accolto dalla banda dei bambini delle elementari ed ha assaggiato i cetrioli cresciuti nelle aiuole cittadine.

Mary Clear è stata a Bergamo, invitata dalla rete «Bergamo città dei mille orti», e dice che questa esperienza si può replicare in mille altri luoghi. Ne siamo convinti. Un’altra città è possibile, una idea di città che riparta proprio dalle radici, radici vere, radici di alberi, e radici di ortaggi, di fiori. Intorno a questa rinnovata comunità si radunano persone, si svolgono concerti, si impara a cucinare, si mescolano sapori e linguaggi. Nessuno è escluso. Il motto è «If you eat, you’re in» (Se mangi, sei con noi). Di questi tempi, tempi italiani, dove le identità sono strumentalizzate e rinchiuse in una bolla nemmeno troppo vagamente razzista, da Todmorden giunge una ventata d’aria fresca e pulita.

Estelle Brown ci ha raccontato la «Impollination Road» dentro la città, un percorso ragionato sull’importanza delle api. A Milano esiste un progetto che dalle api prende le mosse e dunque si può fare altrettanto. Da Todmorden dicono che i bambini devono vedere e toccare le verdure, che una logica che non sia solo denaro e cibo imbustato nella plastica è possibile. Commestibile, dunque credibile.

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