Thunders, i dolori del mito
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Thunders, i dolori del mito

Book Note Johnny Thunders è stato un mito del rock’n’roll, in un’epoca in cui farne parte era faccenda pericolosa e devastante, lontana dalla dimensione odierna ormai musealizzata e normalizzata. Fu tra i […]
Pubblicato 3 mesi faEdizione del 13 luglio 2024

Johnny Thunders è stato un mito del rock’n’roll, in un’epoca in cui farne parte era faccenda pericolosa e devastante, lontana dalla dimensione odierna ormai musealizzata e normalizzata.

Fu tra i progenitori del punk con i New York Dolls, eccessivi, provocatori, sguaiati, stivali al ginocchio con tacchi alti, capelli lunghissimi e cotonati, pantaloni attillati, rossetto, look da drag queen di quart’ordine. Erano i primi anni Settanta, lasciarono due album e una fine deragliante ma anche i semi di tanta musica futura. Consegnò poi alla storia L.A.M.F., con i suoi Heartbreakers, in piena era punk, scrivendone uno degli inni, Born to Lose (nato per perdere), tragicamente autobiografico.

Finita in poco tempo la nuova avventura si infilò in una precaria (quanto la sua vita e la sua salute) carriera solista fatta di alti e bassi, con collaborazioni transitorie e problematiche, minata dalla dipendenza disperata dall’eroina, per spegnersi a 39 anni nel 1991 in circostanze poco chiare. Johnny Thunders era un sincero amante della musica, dolce con i figli, affabile e schivo, ma un demonio incontrollabile quando era in preda (molto spesso) dei suoi eccessi. Il suo discografico Dave Hill confessò amaramente: «Lavorare con lui fu un vero disastro. Non riusciva a concentrarsi sul lavoro. Ridotto com’era non poteva essere diversamente. Tutto ciò che guadagnavamo lo spendeva in droga. Agiva con superficialità, sprecavamo un sacco di soldi e di tempo». Con incredibile costanza e pervicacia ha distrutto tutte le occasioni che gli si sono presentate, incurante delle conseguenze, calpestando ogni spiraglio artistico (e non solo) che gli potesse assicurare un’esistenza dignitosa, con un minimo di sicurezza e prospettiva futura.

Il libro L.A.M.F.-La leggenda di Johnny Thunders di Andrea Valentini per Tsunami Edizioni, con (doverosa) maniacale precisione, elenca date, dati, nomi, concerti, dischi, aneddoti sull’artista scrivendone la storia «definitiva». Valentini è un fan appassionato e si è dedicato a una ricerca minuziosa e approfondita che non lascia nulla al caso, ha interpellato amici, protagonisti della storia, collaboratori vari. Leggerlo è un (doloroso, considerati gli avvenimenti spesso strazianti di cui è stato protagonista) piacere che ci restituisce un quadro fedele della vita di un grandissimo e indimenticabile musicista e compositore.

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