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The Times: Isis pronto a scambio per padre Dall’Oglio, dalla Siria smentiscono

The Times: Isis pronto a scambio per padre Dall’Oglio, dalla Siria smentisconoPaolo Dall'Oglio

Siria L'Osservatorio siriano per i diritti umani nega l'esistenza di una trattativa avviata dallo Stato islamico con le Forze democratiche siriane per il rilascio del gesuita rapito a Raqqa nel 2013 e di cui non si è saputo più nulla

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 8 febbraio 2019

«L’unica cosa che possiamo dire è che continuiamo a pregare perché padre Paolo Dall’Oglio sia vivo». Con queste parole il direttore della sala stampa vaticana, Alessandro Gisotti, ha espresso ieri lo stato d’animo della Santa Sede e della famiglia riguardo la notizia, diffusa dal quotidiano britannico “The Times”, che il religioso gesuita, rapito in Siria quasi 6 anni fa, sia ancora in vita ed ostaggio dell’Isis che intenderebbe usarlo in uno scambio con forze avversarie. Conferme dall’unità di crisi della Farnesina però non sono arrivate e fonti siriane smentiscono seccamente quanto scritto dal “The Times”. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, vicino all’opposizione e con contatti nelle aree fuori dal controllo governativo, ha negato l’esistenza di una trattativa avviata dallo Stato islamico con le Forze democratiche siriane (Fds, composte da combattenti curdi e arabi) per il rilascio di Dall’Oglio e del giornalista britannico, John Cantlie. Una smentita è giunta dallo stesso portavoce delle Fds, Mustafa Bali. Il “The Times” aveva scritto che per sottrarsi all’accerchiamento nella Siria orientale, dove controllano ormai solo pochi chilometri quadrati di territorio, gli uomini dell’autoproclamato “califfo” Abu Bakr al Baghdadi avrebbero offerto il rilascio di padre Dall’Oglio, di Cantlie e di altri ostaggi occidentali in cambio di una via di fuga e del rilascio di jihadisti prigionieri delle Fds. Padre Dall’Oglio, che aveva vissuto in Siria per più di 30 anni, è scomparso a Raqqa nel luglio del 2013. Ai suoi amici e alla sua famiglia aveva detto di voler discutere della sicurezza della comunità cristiana con l’Isis. Il gruppo non ha mai ammesso di detenere il sacerdote e questo ha fatto pensare che Dall’Oglio sia ucciso subito dopo il rapimento. (mi.gio)

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