«The Rossellinis», una dinastia e il suo patrimonio di conflitti
Cinema Il documentario di Alessandro Rossellini, un viaggio fra gli eredi del nonno Roberto e la loro «malattia»
Cinema Il documentario di Alessandro Rossellini, un viaggio fra gli eredi del nonno Roberto e la loro «malattia»
Alessandro Rossellini è il primo nipote di Roberto Rossellini, figlio di Renzo e della ballerina afroamericana Katherine Brown. Quella dei Rossellini non è una famiglia, ma una dinastia con «nonno che ha lasciato al mondo dei capolavori del cinema, a noi nemmeno una lira e un enorme patrimonio di conflitti».
Alessandro ha realizzato il suo documentario The Rossellinis – che sarebbe dovuto uscire in sala da domani per tre giorni, programma bloccato dalla chiusura per decreto di cinema e teatri – per cercare di scoprire se la rossellinite di cui si sente affetto, sia un problema solo suo, oppure si tratti di una malattia diffusa tra gli eredi. E allora tocca fare un po’ di albero genealogico per districarsi nella complicata famiglia allargata di Roberto. Un primo matrimonio con Marcella, romana, da cui nasce Renzo. Segue la clamorosa vicenda con Ingrid Bergman che a suo tempo scandalizzò il mondo intero, da cui nacque Roberto detto Robin (il bello) e le gemelle Isabella e Isotta che tutti chiamano Ingrid. Poi Sonali Das Gupta madre di Raffaella (ora Nur, dopo che è diventata musulmana) e di Gil adottato da Rossellini pur non essendo suo padre naturale.
E TUTTO comincia al funerale del patriarca nel 1977. Il mondo piange uno dei padri del neorealismo, il regista di Roma città aperta, Paisà, Germania anno zero, cui seguiranno altre grandi intuizioni, pluripremiato e pluriosannato dai registi di tutto il mondo. Dietro il feretro i famigliari. Compreso Alessandro, tredicenne, che appare anche in una bellissima foto in cui la sua testa di bimbo spunta dal cappottone del nonno. E per rimanere in tema ecco la visita alla tomba di famiglia che Alessandro, Isabella e Renzo compiono insieme, dissacrante quanto basta con il nipote che si riempie di profumo del nonno, un po’ irrancidito dopo quaranta anni.
D’ALTRA PARTE molti rapporti sono irranciditi e o messi duramente alla prova da un capostipite così prepotente. Per dare la misura di chi fosse Roberto Rossellini in privato, viene citato un episodio seguito alla separazione tra lui e Ingrid Bergman. I tre figli sono in Svezia, con la madre, Roberto li fa sottrarre e portare in Italia, ma mica per occuparsene, bensì per affidarli a delle tate. Roberto come padre era un disastro totale, gli piaceva solo che i suoi piccoli montassero sul suo panzone come maialini su una scrofa, salvo poi scaricarli perché altri se ne occupassero. Padre padrone (tra l’altro titolo del film dei Taviani che Rossellini presidente della giuria premiò a Cannes qualche giorno prima di morire) troppo preso da sé e dalle proprie ambizioni per essere distratto da incombenze quotidiane. E però anche genio, capace involontariamente di segnare con il marchio dell’inadeguatezza i discendenti che hanno intrapreso strade diverse. Renzo si è occupato di cinema e di politica. Il fascinoso Robin dopo essere stato sciupafemmine vive ritirato su un’isola in Svezia, la schiva Ingrid è docente nelle università americane perché ha disobbedito a papà che la invitava a non studiare, l’estroversa Isabella è quella che ha avuto successo come modella e attrice, baruffando a lungo con papà e con la sua gemella, l’emulo Gil è morto prematuramente dopo avere fatto il produttore e il regista, Nur ha invece lasciato la danza per vivere col marito negli Emirati.
ALESSANDRO va a stanare tutti, con zia Isabella rievoca una sua mascalzonata di quando era tossicodipendente e, come molti in famiglia, usava la generosità della zia come bancomat (le aveva estorto 10 milioni per la nascita di una figlia, invece si era comprato un Rolex sentendosi un paraculo). Emergono i diversi atteggiamenti con Alessandro che vorrebbe verificare il grado di rossellinite della famiglia attraverso le sue domande, talvolta provocatorie. Ma sembrerebbe l’unico affetto dalla presunta malattia. Gli altri se ne sono tutti fatti una ragione, nessuno di loro farà mai qualcosa che possa essere all’altezza di Roma città aperta. E allora? E allora tanto vale ritrovarsi quasi tutti nella redazione di «Vogue» per celebrare fotograficamente una delle famiglie più composite e multietniche che si possano immaginare. Forse allora quel geniaccio di Roberto non poteva immaginare tutto questo, ma alla fine grazie a filmini superotto, interviste, chiacchiere e dispetti The Rossellinis oggi sono lì, davanti a tutti.
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