The PoguestrA, la comunità musicale che supera i confini
I Pogues, i social, la pandemia: un mix deflagrante che ha dato vita al collettivo musicale The PoguestrA. Il progetto nasce nel maggio 2020 per iniziativa di Daniele Rubertelli, fisarmonicista di Savona grande fan del gruppo cult che ha riletto in chiave punk la tradizione musicale irlandese. Durante il primo lockdown Daniele, che nel frattempo aveva perso il lavoro, avverte il desiderio di suonare con altri musicisti per reinterpretare il repertorio dei Pogues: «Attraverso un canale social di appassionati sono entrato in contatto con musicisti da tutto il mondo e ho proposto loro di suonare assieme il classico Dirty Old Town, scritta dal cantautore inglese Ewan MacColl, ma ben più nota nella versione dei Pogues». Nasce così il collettivo musicale The PoguestrA, che propone su YouTube il primo video, appunto Dirty Old Town, eseguita da 14 musicisti provenienti da Italia, Irlanda, Inghilterra, Olanda e Usa. Il video è stato realizzato attraverso contributi individuali (registrati da ogni musicista con smartphone o pc) e successivamente montati da uno dei membri del collettivo, l’olandese Tim van den Hombergh, un polistrumentista con esperienze di montaggio audio-video, artefice principale di una serie di filmati realizzati con tecnologie low cost ma decisamente efficaci.
«CON NOSTRA SORPRESA e stupore, il video ottenne il plauso di una leggenda vivente del folk come Peggy Seeger, nonché ultima moglie di Ewan MacColl» ricorda Daniele Rubertelli. «Peggy su YouTube scrisse: the best cover so far. Incredibile. Poi è arrivato anche un messaggio di stima da parte di Shane MacGowan, l’iconico e leggendario cantante della band irlandese». Da allora il collettivo ha continuato ad evolversi, crescendo in qualità e quantità, assumendo forme variabili a seconda delle canzoni. La modalità di partecipazione avviene sempre tramite una «call for musicians», una chiamata ai musicisti lanciata sul canale Facebook della PoguestrA. «Siamo un collettivo molto flessibile – spiega Rubertelli – e la formazione cambia sempre a seconda di chi desidera partecipare. Tuttavia c’è uno «zoccolo duro» di musicisti che assieme a me sono sempre stati presenti. Mi piace ricordare dall’Olanda il già citato Tim van den Homberg, Paddy Vervoort e Marcel Van Bergen, dall’Inghilterra Rick Nuttal, Jeff Ingarfield e John Dunne, dalla California Brandon Caylor, dalla Spagna Moises Alvarez, assieme agli italiani Roberto Giacchello e Mattia Malusardi». «Ma le sorprese non mancano mai perché siamo ignari sino all’ultimo minuto di quello che potrà accadere, di chi si unirà a noi».
DOPO IL PRIMO sono infatti seguiti altri 13 video, in cui partecipano ospiti speciali come Cisco, fondatore dei Modena City Ramblers, il jazzista Raffaele Kohler, alcuni membri dei Pogues (Spider Stacy, Jem Finer e James Fearnley), Nando Popu dei Sud Sound System, la folkstar inglese Jon Boden, Yuri Lemeshev, storico fisarmonicista dei Gogol Bordello, e nomi importanti della scena musicale irlandese quali Cronin, Lou McMahon, Andy Nolan. Nel video di Turkish Song Of The Damned, la PoguestrA è affiancata da Justin Adams, chitarrista e produttore inglese braccio destro di Robert Plant, con cui ha suonato in tutto il mondo e co-prodotto quattro album, ma anche collaboratore in passato di Brian Eno e Sinead O’Connor.
INCLUSIONE e diversità sono i due cardini del progetto: «Il collettivo accoglie chiunque voglia cantare o suonare sui brani di volta in volta proposti. Si crea sempre un imprevedibile mix tra professionisti, musicisti amatoriali e semplici fans dei Pogues». La reinterpretazione di Fairytale Of New York, il celebre brano natalizio della band irlandese, ha rappresentato la massima espressione dei valori di varietà e inclusione, con la partecipazione di oltre 70 elementi da tutto il mondo, incluso il coro inglese Include Choir che accoglie persone con disabilità. A detta di molti dei membri del collettivo, a oggi The PoguestrA è stata (e continua ad essere) un’ottima terapia per mitigare il malessere emotivo causato dalla pandemia. Per il futuro c’è l’intenzione di produrre materiale proprio e di suonare dal vivo in Europa, coinvolgendo in loco i musicisti che hanno preso parte ai video.
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