The Pills, vita da studenti in bianco e nero
Incontri Web-serie cliccatissima, è arrivata ora anche in tv. Ne parlano gli autori
Incontri Web-serie cliccatissima, è arrivata ora anche in tv. Ne parlano gli autori
Non chiedetegli perché girano tutti i loro video in bianco e nero – è stata solo una questione di comodità, all’inizio. E nemmeno come è nato l’ amore per YouTube. Preferiscono infatti definire il loro canale «un po’ come un contenitore» e i loro lavori un esperimento continuo. L’obiettivo? «Non cadere nella mediocrità che è la cosa peggiore di tutte». Li abbiamo incontrati a Roma: Luca Vecchi, Matteo Corradini e Luigi Di Capua. Non sono «tutti i Pills» ma sono – l’hanno detto loro – «i loro rappresentanti».
Quest’anno sono arrivati su Mediaset, prodotti da Taodue di Pietro Valsecchi (il produttore di Checco Zalone), e dal regista Matteo Rovere.
Dopo la prima puntata su Italia1 – andata benissimo, oltre l’8% di share – sono ogni domenica su Italia2.
The Pills è una web-series in bianco e nero che ha avuto la sua fortuna in rete conquistando quasi tre milioni di visualizzazioni su YouTube. Cosa racconta? Estratti di vita, momenti e attimi tra coinquilini. Fugaci conversazioni qua e là tra studenti e amici che si ritrovano a lottare per la propria sopravvivenza. Perché la vita da studente, da uomini che crescono, non è mica facile. C’è l’erasmus, i soldi che non ci sono mai, le ragazze. C’è tutto questo e chi ha vissuto l’Univeristà da fuori sede non potrà che riconoscersi in questi personaggi incasinati.
«Quello che funziona di The Pills – spiega Luca Vecchi – è che ogni persona ha una sua puntata preferita; è la bellezza del progetto. The Pills è un insieme di tante cose, di tanti tipi di comicità. Più complesse o più dirette».
«Il nostro obiettivo è quello di restare unici – aggiunge Luigi Di Capua – Il prossimo passo sarà un film che è un film nostro. Che abbia delle caratteristiche di unicità».
Produttore del film sarà ancora Taodue, e alla regia ci sarà Luca Vecchi. Alla domanda: «Di che cosa parlerà?», Matteo Corradini risponde: «Sarà ambientato durante la seconda mondiale».
Torniamo alla televisione. Cosa ha significato il passaggio da internet al piccolo schermo? «In realtà quello che vogliamo è fare soldi» ammette Luigi. «Ci servono per continuare a fare quello che ci piace» aggiunge. «Per noi la televisione non è un traguardo. L’unico upgrade è che siamo stati pagati per il nostro lavoro».
Ciò che conta per i The Pills è rimanere fedeli a se stessi. « Grazie alle nuove tecnologie chiunque oggi può realizzare le proprie idee. Quello che è lo stile. E non si tratta più di bello o di non bello. Oggi è l’unicità il valore più grande». «È meglio una cosa brutta, ma unica – insiste Matteo – Le cose brutte sono le nuove cose belle».
Con Mediaset sono stati loro a decidere cosa mandare in onda. Provando, in qualche modo, anche a cambiare il loro stile. «A loro le nostre cose andavano bene così come erano. Noi invece volevamo sperimentare tempistiche più lunghe. Anche se abbiamo scritto e girato tutto quanto senza pensare alla destinazione, al fatto che sarebbe stato un prodotto televisivo. L’unico freno che ci siamo dati è stato quello di non usare marchi noti, abbiamo dovuto trovare dei sistemi per aggirare questo riuscendo comunque a parlare di cose attuali. Per scrivere la nuova stagione questo inverno siamo andati periodicamente tre-quattro giorni di fila in montagna sui monti Simbruini: qui, così rilassati, abbiamo trovato le idee».
I The Pills sono un collettivo in cui persone, personaggi e storie si incontrano, si uniscono, e creano la loro opera. All’inizio erano in cinque – ma sono loro tre, Luca Vecchi, Matteo Corradini e Luigi Di Capua gli autori.
«Ci siamo conosciuti a una festa di scambisti – scherza Matteo – Mi ricordo Luigi con questa mascherina e…» «No, dai… Ci siamo conosciuti in ’ambienti scolastici’. Luca l’ho conosciuto alle medie, Luigi al liceo. Luca ha studiato al Dams, io ho fatto lingue, e Luigi psicologia». Amici, appassionati di cinema, serie tv e fumetti, i The Pills hanno voluto lanciare la loro scommessa. «Se non pensassi di cambiare qualcosa nel sistema delle immagini non avrei nemmeno cominciato».
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