The Liberation Project, il triangolo delle lotte nel mondo
Note sparse Un collettivo nato in Sudafrica per tenere vivo il bagaglio della memoria sui canti di liberazione. Dall’idea è nato un triplo cd con trentasette brani e un tour che fa tappa il 15 luglio al Flowers Festival
Note sparse Un collettivo nato in Sudafrica per tenere vivo il bagaglio della memoria sui canti di liberazione. Dall’idea è nato un triplo cd con trentasette brani e un tour che fa tappa il 15 luglio al Flowers Festival
Provate a unire con un tratto, su una carta geografica del mondo, il Sudafrica dove Nelson Mandela lottò contro l’odioso apartheid, l’Italia di migliaia di ragazzi comuni che sfidarono i criminali fascisti, la Cuba di Fidel e del Che nata contro la sanguinaria dittatura di Batista. Otterrete un triangolo della libertà che mette in comunicazione, con un’effervescenza avvertibile al primo ascolto, mille musiche della libertà tutte assieme. Infinite sfaccettature di un prisma sonoro che declina il bisogno di dignità e uguaglianza di tutte le persone della terra. Italia, Cuba e Sudafrica si tengono per mano e cantano e suonano assieme in The Liberation Project, collettivo musicale a geometria d’organico variabile e aperto ad ogni collaborazione nato in Sudafrica per tenere vivo il necessario bagaglio della memoria sui canti che hanno ispirato le lotte di liberazione nel mondo.
SPESSO CAPITA che le idee forti generino altrettanto poderosi entusiasmi: è successo anche in questo caso, e la cronaca ci riporta che l’originale progetto concepito dal percussionista e produttore Dan Chiorboli, ferrarese cresciuto in Sudafrica nei tempi tragici dell’apartheid, subito sostenuto dal suo amico di sempre, il compositore sudafricano Neill Solomon, è lievitato in maniera quasi esponenziale. Da una prima idea di concepire un disco tributo per i canti che hanno aiutato la libertà, dodici canzoni in origine, si è arrivati poi a un triplo cd palpitante, un disco-mondo con trentasette brani, crocevia affollato e rinvigorente di idee e suoni, in questi tempi amari, con la partecipazione di centoquaranta dei musicisti provenienti da diciotto paesi diversi. E in copertina un messaggio inequivocabile: un pugno chiuso che stringe un microfono. C’è da aggiungere che Dan Chiorboli, cresciuto a Durban, oltre duecento dischi all’attivo come percussionista ha tracce profonde di libertà nel suo Dna: è figlio di partigiani ferraresi, la città di Bassani, e proprio una riflessione su quegli anni dolorosi ha portato ad affrontare questo viaggio sonoro impegnativo ed esaltante al contempo.
The Liberation conta sulla presenza di nomi della musica importanti: a partire da Phil Manzanera (già nei Roxy Music) e produttore dei Pink Floyd, ed a amico di lunga data di Chiorboli, Juan De Marcos, figura iconica del leggendario Buena Vista Social Club e degli Afro- Cuban All Stars, N’Faly Kouyate, guineano, colonna degli Afro Celt Sound System, Cisco Bellotti e molti altri.
TUTTI ASSIEME a creare un caleidoscopio sonoro imprevedibile dove incrocerete Fischia il vento e The Partisan di Cohen, Biko di Peter Gabriel e Bella Ciao, Chan Chan e l’inno dell’African National Congress. Manzanera, Kouyate Bellotti e Formignani saranno tutti ospiti della data del 15 luglio di The Liberation Project per il Flowers Festival organizzato dall’Associazione Hiroshima Mon Amour, nel Cortile della Lavanderia a Vapore del Parco della Certosa di Collegno, Torino. Un tempo spazio manicomiale ottocentesco per segregare i derelitti, poi fatto chiudere da Franco Basaglia con la legge che porta il suo nome. L’edizione di quest’anno si intitola Building a New Society: e per costruire una nuova società serve anche, e soprattutto, la memoria delle molte liberazioni.
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