Visioni

The Human League, l’ascesa del synthpop

The Human League, l’ascesa del synthpopThe Human League

Note sparse Un triplo cofanetto, «Essential», ripercorre la carriera della band britannica: dai primi album al successo mondiale

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 23 settembre 2020

Gli Human League nascono quando Adi Newton (che fonderà i Clock DVA), viene cacciato dai Future, formazione di punta della scena elettronico-sperimentale di Sheffield, dedita a una sorta di pop claustrofobico realizzato solo con sintetizzatori e nastri. Il suo posto viene preso da Phil Oakey, più incline al pop. Con lui alla voce la nuova band realizza, in mezzo a numerosi singoli, l’album Reproduction (’79), che rivela una fantasia incredibile nel modellare un pop elettronico magmatico e gelido, dai contorni ora sinistri ora ironici. Si tratta di un disco fatto di visioni fantascientifico-allucinatorie ma sottilmente psicologiche, che contiene tuttavia anche una cover di Phil Spector e il pop spensierato di Empire State Human.

È L’ATTO simbolicamente fondativo del synthpop britannico, che rivede il discorso dei Kraftwerk alla luce di una sensibilità più suscettibile e lunare. Il gruppo però non raggiunge il successo né con questo album né con l’appena un po’ inferiore Travelogue (’80) che cerca una maggior fruibilità, con echi ambient notevoli soprattutto nelle bellissime Toyota City e WXJL Tonight. Separatosi dai compagni Martyn Ware e Craig Marsh (che formeranno gli Heaven 17), Oakey rifonda gli Human League con nuovi elementi, tra cui 2 studentesse adolescenti che faranno da coriste e contribuiranno a un’immagine glamour surreale. Dare (’81) è l’album di pop elettronico che segnerà il decennio e venderà milioni di copie, grazie all’incantevole produzione di Martin Rushent e a canzoni che hanno fatto la storia del pop come Sound Of The Crowd e Don’t You Want Me. Dopo il discreto ep Fascination, l’ispirazione andrà velocemente scemando con l’insipido Hysteria (’84), menzionabile quasi solo per il singolo The Lebanon, atto d’accusa contro la guerra nel Paese dei cedri. Crash (’86), con canzoni scritte da produttori esterni, vira verso il funky con risultati mediocri, mentre dopo l’inconsistente Romantic? (’90) la Virgin scarica il gruppo, e anche se Oakey riesumerà la sigla per album a tratti pregevoli, la vera storia degli Human League si conclude qui. È il periodo coperto dalla tripla compilation Essential, uscita per la UMC, che ha il pregio di documentare abbondantemente la fase dei primi 2 album e di includere Together in Electric Dreams la traccia incisa nell’84 da Oakey e Giorgio Moroder per la colonna sonora del film Electric Dreams.

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