«The Fall Guy», cadere per le star con l’arte di non farsi mai male
Al cinema Ryan Gosling, dopo il successo mondiale di «Barbie» è uno stuntman romantico, in una massa di muscoli. Il regista, David Leitch ha un passato da controfigura che utilizza, giocando col lato comico del protagonista
Al cinema Ryan Gosling, dopo il successo mondiale di «Barbie» è uno stuntman romantico, in una massa di muscoli. Il regista, David Leitch ha un passato da controfigura che utilizza, giocando col lato comico del protagonista
In una versione post Ken e postmoderna di sé stesso, alle prese con il suo primo film dopo il successo planetario di Barbie, Ryan Gosling è uno stuntman romantico. Così foderato di muscoli che paiono una tuta imbottita che gli avvolge il corpo e con un’abbronzatura che fa sembrare pallido Crocodile Dundee (la storia del film è ambientata in Australia).
Gosling non ha mai avuto paura di prendersi in giro – anzi, quel suo frequente flirtare con il ridicolo e con il pubblico, di cui cerca apertamente la complicità infrangendo il cosiddetto «terzo muro», è parte del suo fascino. Il film è The Fall Guy, diretto da David Letich, il regista di Atomic Blonde, Deadpool 2 e Bullet Train; e il produttore esecutivo dei John Wick. Prima di passare dietro alla macchina da presa, Leitch è stato la controfigura di Brad Pitt e Jean Claude Van Damme. In un film sugli stuntman, il suo è quindi il punto di vista di un insider. Se in Atomic Blonde e Bullet Train Letich aveva già sfruttato al massimo il suo know how, qui quello stesso know how è contemporaneamente il soggetto del film e la sua forza. Pensare a un home movie fatto per gli amici, a un costo di duecento milioni di dollari: Leitch ama l’arte di esplodere, andare a fuoco e precipitare in baratri profondissimi senza farsi male. The Fall Guy è una celebrazione di quell’arte di due ore e passa.
COLT SEAVERS (Gosling) è un veterano del business, uno dei migliori. Così sicuro di sé che, tra una ripresa e l’altra, riesce a corteggiare con apparente successo Jody Moreno (Emily Blunt), l’operatore di macchina dell’ultimo kolossal d’azione di Tom Ryder (Aaron-Talor Johnson) di cui Colt è la controfigura. Ma, durante una delle «solite» scene in cui Colt deve buttarsi dentro alla gola vetrata di un grattacielo e volare in basso parecchi piani, qualcosa va terribilmente storto…
Cut e Colt, dopo un gravissimo incidente, abbandonati Jody e il cinema, fa il parcheggiatore in un ristorante messicano (il gusto per le occupazioni blue collar – come, si sottintende, quella rischiare la vita per qualche star viziata e pagata troppo – è un altro dei dati simpatici del film). Lo riscuote da quella vita il cui stress si misura sul livello di maleducazione dei clienti la telefonata di una produttrice che lo convoca d’urgenza su un set australiano in crisi. La produzione è in ritardo, lo studio nervoso e il regista, alle prime armi, ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi assolutamente per una scena di pericolosissime acrobazie automobilistiche sulla spiaggia. Quando Colt scopre che il regista è Jody non può dire di no. Come prevedibile, in Australia lo aspettano altri stunt. Uno più fragoroso, pericoloso e spettacolare dell’altro, montati in contrappunto all’esile impianto di una commedia romantica.
Leitch è un regista d’azione tecnico, efficace ma non particolarmente elegante. Il brio della romantic comedy gli riesce meno, nonostante due star che sanno stare bene al gioco. Anche Gosling qui sfrutta il suo lato più tecnico, lavorando delle comicità fisica che deriva ripetute umiliazioni del corpo, come le grandi star del muto.
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