Il lavoro delle donne che migrano in altro paese, lingua e costumi – per bisogno, coercizione politica, disagio ambientale, o per scelta – condivide i caratteri del lavoro femminile (precarietà, sfruttamento, invisibilità) aggravati da subalternità e condizioni sociali insicure e talvolta illegali, con una maggiore incidenza del sommerso e del mancato riconoscimento. Tuttavia permette margini di espressione ed emancipazione come via a un senso di appartenenza alla nuova cultura e assieme di autonomia rispetto a quella di origine. Le fluttuazioni identitarie tra lingue, storie e culture diverse e i disagi di una doppia o multipla non-appartenenza si tramutano in consapevolezza...