È ben più di un terremoto calcistico. È la rivoluzione in casa Juventus. Il rovescio del dogma assoluto secondo cui la Vecchia Signora sia tetragona a ogni colpo. Andrea Agnelli che si dimette assieme a tutta la dirigenza, mentre lancia dardi infuocati, spiegando che sarebbe venuta meno la compattezza all’interno del Cda juventino. A proposito di Cda: ci sono dieci consiglieri dimissionari, in blocco cede il passo la Juventus che si è ricostruita, pezzo dopo pezzo, dal 2006 in poi, tra scudetti, finali di Champions League, capitomboli in Europa e quella tendenza a produrre bilanci in passivo che forse è stata la causa della fine del regno bianconero.

ORA È ATTESO UN NUOVO CORSO, con un nuovo bilancio da redigere, il 27 dicembre. Fino all’assemblea già fissata per il nuovo consiglio di amministrazione, il 18 gennaio. Ha deciso per il reset John Elkann, per il bene di tutti scrivono le veline bianconere. In verità, il numero uno di casa Exor che per la famiglia sancì la fine della triade Moggi-Giraudo-Bettega al deflagrare di Calciopoli nel 2006, portando proprio lo sconosciuto Andrea Agnelli alla presidenza, aveva già mente di avviare a breve la ricostruzione bianconera. Troppi i passaggi a vuoto negli ultimi anni, più fuori che dentro al campo. L’amministratore delegato di passaggio tra il vecchio e il nuovo è Maurizio Scanavino, uomo della proprietà, che conta parecchio anche in Gedi. Il presidente della Juve sarà Gianluca Ferrero, una figura nota in Exor, la holding di famiglia.

L’INCUBO CHE HA PROVOCATO la rivoluzione bianconera si chiama «falso in bilancio», evocato in sincro dalla Procura di Torino e dalla Consob. Quest’ultima è convinta che sul tema plusvalenze ci sia stato il trucco. Le operazioni sarebbero fittizie, con il rigonfiamento artificioso dei ricavi. Ovvero, aria fresca per un bilancio assai in rosso come quello della Juve. Ed è sinonimo di falso in bilancio, dicono Consob e Procura di Torino, anche per la questione della dilazione dei pagamenti degli ingaggi in pandemia. Violazione delle regole contabili e difficilmente non avranno esercitato un peso le scritture private emerse nelle indagini, come quella riguardante Cristiano Ronaldo, che sul tema ha deciso di non presentarsi in tribunale. Sul bilancio, la Juventus è convinta di aver ottemperato alla richiesta di modifiche della Consob, ma tenendo con fermezza la sua convinzione di aver rispettato le norme.

COSÌ COME SI È RIVELATO un boomerang, anche mediatico, quel virgolettato sul «libro nero», il libro delle operazioni gonfiate che veniva aggiornato dall’ex direttore sportivo della Juve, Fabio Paratici, ora al Tottenham, svelato poi dal suo successore, Gianluca Cherubini. L’operazione-dimissioni del Consiglio di amministrazione è forse l’estremo e tardivo tentativo di non coinvolgere il club in una drammatica caduta in Borsa, se dovesse arrivare la richiesta di rinvio a giudizio per Andrea Agnelli.

Per la Juve non c’è però solo l’insidia della Procura di Torino e della Consob. La procura Figc ha aperto un procedimento sulle scritture private tra la Juventus e i suoi calciatori, attraverso le le quali, secondo la Procura, si sarebbe ottenuto un taglio fittizio degli stipendi e una riduzione dei costi nei bilanci del 30 giugno 2020 e 30 giugno 2021 omettendo la posizione debitoria nei confronti dei tesserati.

Su questo fronte, l’indagine della Procura federale è stata già avviata, poiché non è materia compresa nel procedimento della giustizia sportiva che si è concluso nel maggio scorso, con la decisione definitiva pronunciata dalla Corte di appello federale a sezioni unite che stabilì l’impossibilità di definire un metodo oggettivo di valutazione del valore di mercato di un calciatore. Ora il procuratore della Figc, Chinè, dovrà verificare se tra gli atti, mai trasmessi prima all’organo di giustizia sportiva, e in particolare nelle risultanze delle operazioni di intercettazione di conversazioni, emergano fatti nuovi che possano essere ritenuti decisivi per la revisione di quella decisione, almeno per quanto concerne i fatti contestati alla Juventus.

INTANTO LA LIGA SPAGNOLA prende posizione con un comunicato durissimo contro la Juventus, invocando sanzioni immediate da parte dell’Uefa. L’organismo che rappresenta il campionato spagnolo ha sottolineato di essersi rivolto già all’Uefa perché la Juventus avrebbe violato sistematicamente le norme imposte dal Fair Play Finanziario. In questo caso si tratta di una specie di regolamento di conti: la Juventus, assieme al Real Madrid e al Barcellona, porta ancora avanti il progetto Superlega, nato e svanito in due giorni, un anno e mezzo fa. La Liga spagnola, si è sempre detta contro la Superlega, il campionato dei ricchissimi e spesso indebitati fino al collo.