Terra dei fuochi: tumori conseguenza degli sversamenti illeciti
Report dell'Istituto superiore di Sanità in collaborazione con la procura di Napoli nord La mappa conta 2.767 siti di smaltimento illegale su 38 comuni che insistono su 426 km quadrati
Report dell'Istituto superiore di Sanità in collaborazione con la procura di Napoli nord La mappa conta 2.767 siti di smaltimento illegale su 38 comuni che insistono su 426 km quadrati
Tumore al seno, asma, leucemie, malformazioni congenite e altre gravissime patologie che colpiscono gli abitanti della Terra dei fuochi, tra Napoli e Caserta, sono legate allo smaltimento illegale dei rifiuti. Una realtà a lungo negata. Ad attestare la relazione causale, o anche di concausa, è il rapporto realizzato grazie all’accordo stipulato nel giugno 2016 tra la procura di Napoli Nord e l’Istituto superiore di Sanità. L’intesa aveva l’obiettivo di raccoglie e condividere dati relativi agli eccessi di mortalità, all’incidenza tumorale e all’ospedalizzazione per diverse patologie che ammettono tra i fattori di rischio accertati o sospetti l’esposizione a inquinanti. Infine produrre una mappa di rischio dell’area dove è alta l’incidenza delle attività ambientali illecite.
Nel 2014 l’allora ministra Beatrice Lorenzin attribuì i dati drammatici sull’incidenza dei tumori nell’area «agli stili di vita». Lo scorso dicembre la commissione d’inchiesta regionale sul fenomeno è stata cancellata. Un anno fa il governatore De Luca spiegava: «I tre tumori per i quali siamo sopra la media nazionale sono quelli del fegato, del polmone e il mesotelioma. Per quello ai polmoni, gli esperti spiegano che deriva dal fatto che la Campania ha il livello più alto di fumatori assieme al Lazio e all’Umbria».
La mappa stilata dall’Iss conta 2.767 siti di smaltimento illegale su 38 comuni che insistono su 426 km quadrati. Più di un cittadino su tre, il 37% dei 354mila residenti, vive ad almeno 100 metri di distanza da uno di questi siti, sorgenti di emissione e di rilascio di composti chimici pericolosi per la salute. I comuni sono divisi in quattro classi con fattori di rischio crescenti. Solo Giugliano e Caivano sono di livello 4; Cardito, Casoria, Melito, Mugnano e Villaricca sono di livello 3. Si tratta di amministrazioni che rientrano tutte nella provincia di Napoli. Undici sono di livello 2, di queste sette del casertano (Aversa, Casal di Principe, Sant’Arpino, Casaluce, Gricignano d’Aversa, Lusciano e Orta di Atella) e quattro nel napoletano (Afragola, Casandrino, Crispano e Qualiano).
La mortalità e l’incidenza del tumore al seno, spiega il report, è «significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta fascia» come per «l’ospedalizzazione per asma», di per sé già alta rispetto al resto del territorio in tutti e 38 i comuni ma che cresce di molto nella terza e quarta fascia. Anche le malformazioni congenite sono maggiori nei comuni del livello 4. L’incidenza delle leucemie e dei ricoverati per asma nella popolazione da 0 a 19 anni «aumenta significativamente passando dai comuni della classe 1 a quelli della classe successiva, con il rischio maggiore nei comuni di classe 4».
I comitati locali si battono da anni per ottenere le bonifiche, la sorveglianza del territorio ma anche delle filiere produttive per fermare gli sversamenti illegali, l’organizzazione di un percorso virtuoso di gestione del ciclo dei rifiuti, la sorveglianza epidemiologica permanente delle popolazioni con prevenzione e screening.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento