Internazionale

Tensione alle stelle per il natale copto, due poliziotti uccisi a sud del Cairo

Egitto Un altro episodio di grave intolleranza religiosa

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 7 gennaio 2015

Alla vigilia delle festività natalizie per i cristiani ortodossi egiziani, tornano le tensioni tra copti e musulmani. Due poliziotti di guardia a una chiesa cristiana sono stati uccisi a sud del Cairo. Tutta l’area è stata isolata e sono in corso ricerche per l’arresto dei responsabili dell’attacco. Le forze di polizia hanno raddoppiato le misure di sicurezza intorno ai luogo di culto proprio in occasione della festività religiosa.
Gravi episodi di settarismo religioso hanno segnato il paese dopo le rivolte del 2011. Le stragi più gravi nei quartieri di Embaba e Moqattam al Cairo hanno causato decine di vittime. Uno dei giorni più significativi delle rivolte ha coinciso proprio con la strage di Maspiro (palazzo della televisione di Stato) dell’ottobre 2011 in cui furono uccise decine di manifestanti tra cui uno dei simboli delle contestazioni, il giovane copto Mina Daniel. Il timore del settarismo è stato più volte usato dall’esercito per giustificare la repressione dei movimenti prima e stigmatizzare l’ascesa al potere dei Fratelli musulmani, considerati ostili all’ampia minoranza cristiana in Egitto. Nell’anno di governo islamista, migliaia di cristiani hanno lasciato il paese sebbene non siano stati presi provvedimenti discriminatori nei loro confronti.

Con l’avvento del generale Abdel Fattah al-Sisi, i cristiani copti sono tornati ad appoggiare il nazionalismo dell’esercito e hanno sostenuto il golpe militare che ha rovesciato Mohammed Morsi. Nell’estate del 2013, gli scontri più cruenti si sono registrati proprio a Minya, città dell’Alto Egitto, dove vive la più ampia comunità di cristiani copti in Egitto, a stretto contatto con islamisti radicali. Le chiese cristiane egiziane ed etiopi stanno ora svolgendo un ruolo essenziale nella soluzione della controversia tra i due paesi in merito alla disputa sulla costruzione della Diga della Rinascita. Per questo, il patriarca etiope Tewahedo visiterà il Cairo la prossima settimana e incontrerà il papa copto Tawadros II.

Buone notizie arrivano invece sul fronte libico, dove venti operai egiziani copti erano stati rapiti nei giorni scorsi per mano dei jihadisti di Ansar al-Sharia nella città di Sirte. 13 di loro sono stati liberati anche grazie alla mediazione del governo egiziano. Una mobilitazione aveva avuto luogo ieri al Cairo alle porte del ministero degli Esteri per chiedere la liberazione dei rapiti. A mediare per il loro rilascio si sono impegnati anche i leader tribali dei due paesi. Muftah Marzuq, capo del Consiglio degli anziani della città costiera di Sirte, ha confermato che gli uomini sono stati liberati dopo una serie di negoziati tra miliziani e politici locali. Sembra che i venti fossero stati rapiti per negoziare accordi su traffici illegali nella regione di Harawa, a est di Sirte. Lo scorso dicembre in un attacco nell’abitazione di un medico copto egiziano a Sirte, l’uomo è stato ucciso insieme alla moglie, anche la figlia dei due è stata ritrovata senza vita qualche giorno dopo.

Infine, nuovi malumori in Egitto si fanno sentire per l’ampia campagna di tagli ai sussidi, approvata dall’ex generale al-Sisi. Ora tocca alle fattorie di cotone a dover rinunciare agli aiuti di Stato. L’Egitto è uno dei principali esportatori di cotone di alta qualità al mondo, con i nuovi tagli sono a rischio le piccole imprese locali già in ginocchio per la grave crisi economica.

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