Tears for Fears, 22 canzoni per un pianeta in crisi di nervi
Note sparse Primo album dal vivo per Curt Smith e Roland Orzabal. "Songs for a nervous planet"
Note sparse Primo album dal vivo per Curt Smith e Roland Orzabal. "Songs for a nervous planet"
Tra i gruppi faro della scena inglese anni ottanta, i Tears for Fears sono la dimostrazione dell’estrema creatività di quel periodo. Una perfezione stilistica rappresentata in particolare dai primi tre album: l’elettronico e umbratile The Hurting, Songs from the Big Chair con l’epica Shout e il capolavoro The Seeds of Love, dove convolavano reminiscenze beatleasiane. Dopo separazioni dolorose e ricongiungimenti sono tornati due anni fa con album in studio e ora con il primo album live della loro carriera. Ventidue pezzi ma anche quattro nuove tracce incise in studio: Say Goodbye To Mum And Dad, Emily Said, Astronaut e il singolo The Girl That I Call Home. Performance di gran classe che si completa con un film in uscita – Tears For Fears Live (A Tipping Point Film) che cattura un concerto tenuto nel Tennessee. «Abbiamo deciso di filmare lo spettacolo dal vivo l’anno scorso – spiegano Curt Smith e Roland Orzabal – Penso che molte persone non sappiano che dal vivo siamo una buona band, in realtà! Vedono un duo, e pensano che sul palco ci saranno solo due persone con un paio di tastiere e un mucchio di materiali preregistrati come accompagnamento».
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