La Lega a tutto Tav. Conte media dentro al tunnel
Il teatrino dell'opera Fiducioso il ministro Toninelli. La sindaca Appendino ribadisce: «Valuteremo i costi». La Lega: «Progetto non è in discussione»
Il teatrino dell'opera Fiducioso il ministro Toninelli. La sindaca Appendino ribadisce: «Valuteremo i costi». La Lega: «Progetto non è in discussione»
Dopo la burrasca del voto consigliare di lunedì sul Tav, voto simbolico che ribadisce la nota contrarietà della maggioranza del M5s al tunnel di base delle Torino – Lione, è giunto il tempo delle precisazioni e del materialismo. Da Dubai la sindaca Chiara Appendino ha chiarito il senso del voto della sua maggioranza: «Prima di qualsiasi precetto ideologico e di qualsiasi strumentalizzazione politica, si parta dai dati. Per la Torino-Lione attendiamo di conoscere i dettagli dell’analisi costi-benefici in fase definizione da parte del governo. Questo è ciò che è stato votato ieri dal Consiglio Comunale di Torino».
PRECISAZIONE che però non ha stemperato gli animi. Fin dal 2007 il fronte favorevole al tunnel riflette sul passo della «marcia»: senza averne la forza e giungendo al massimo ad organizzare un simposio dell’orgoglio Sì Tav al Lingotto, nel 2010. Per altro in concomitanza con una delle manifestazioni Notav più massicce di sempre, quando lungo la statale della val Susa marciarono non meno di ottantamila persone. Il fronte favorevole all’opera che vorrebbe portare in piazza «centomila cittadini» il 3 novembre, non inizia con brillantezza: ieri la Camera del lavoro Cgil di Torino ha approvato a larga maggioranza un documento contrario al Tav.
È la seconda votazione in tal senso, dopo quella del 2014. Federico Bellono, segretario provinciale Fiom Cgil commenta: «Nel clima di questi giorni la presa di posizione della Cgil di Torino è importante, in coerenza con quanto abbiamo sempre sostenuto. Rompiamo infatti lo schema per cui da una parte ci sono i cinque stelle e dall’altra tutti gli altri. Si tratta di propaganda: si vuole usare il Tav come un feticcio fuori tempo sostenuto da quelle forze che hanno grandi responsabilità rispetto al declino di Torino e dei suoi lavoratori».
OTTIMISTA invece il ministro delle infrastrutture, Danilo Tonelli. «Ci metteremo d’accordo con la Francia per non fare la Tav», ha detto. «Mi risulta che Macron – ha aggiunto – abbia escluso la Tav dalle priorità infrastrutturali proprio dopo aver valutato costi e benefici. E non ha stanziato risorse per finanziare il percorso dalla galleria a Lione». L’esponente del M5s contesta anche la tesi del commissario per il Tav Paolo Foietta, secondo cui il blocco dell’opera costerebbe all’Italia oltre due miliardi di risarcimento danni: «Tutto sbagliato alle prime avvisaglie non è assolutamente una cifra che sta in piedi».
LE ULTIME PAROLE UFFICIALI del governo francese sono della ministra per i trasporti Elisabeth Borne, pronunciate il 26 ottobre in occasione della presentazione della prossime legge sulla mobilità nazionale, Loi d’orientation des mobilités, che verrà presentata il 21 novembre. La ministra ha sottolineato che i futuri investimenti saranno fondati sulla valorizzazione delle infrastrutture esistenti e in ogni caso i 500 milioni di euro annuali destinati alle infrastrutture, dal 2020, sono ancora oggetto di discussione. «La Francia – disse la ministra a settembre relativamente al Tav – rispetterà gli impegni europei ma non si potrà fare il progetto senza gli italiani. Incontrerò prossimamente il mio omologo italiano (Danilo Toninelli, ndr) che vuole parlarmi di questo progetto, gli dirò che, se l’Italia intende ridiscutere il progetto, evidentemente non si può realizzare questo progetto senza gli italiani».
A bacchettare i Cinque stelle ci pensa il capogruppo alla Camera della Lega, Riccardo Molinari, che dà un alto valore al lavoro scientifico che al ministero stanno portando avanti per valutare la Torino – Lione: «Va bene prendere tempo per analizzare i costi-benefici ma il progetto finale per quanto ci riguarda non deve esser messo in discussione».
LA LEGA È DISPOSTA a cancellare qualcosa, forse la tratta nazionale e la stazione internazionale di Susa, ma non il tunnel di base da 57 km. Ipotesi inaccettabile per il movimento Notav. Non particolarmente rassicurante per i Notav la sintesi del premier Conte: «L’analisi dei costi-benefici è in dirittura di arrivo. Nel contratto, l’esecutivo si impegna a rivedere quest’opera. Stiamo cercando di curare tutti i dettagli, tra un po’ ci sarà una sintesi. È lo stesso metodo usato per la Tap».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento