Taubira paragonata a una scimmia: nove mesi di carcere a una candidata del Fronte Nazionale
Sentenza del tribunale di Cayenna Una ex candidata del Fronte nazionale alle comunali condannata a 6 mesi per aver pubblicato su Facebook un fotomontaggio sulla ministra della giustizia. L'estrema destra critica una "sentenza politica". Christiane Taubira: "i giudici applicano il Codice penale"
Sentenza del tribunale di Cayenna Una ex candidata del Fronte nazionale alle comunali condannata a 6 mesi per aver pubblicato su Facebook un fotomontaggio sulla ministra della giustizia. L'estrema destra critica una "sentenza politica". Christiane Taubira: "i giudici applicano il Codice penale"
Una ex candidata del Fronte nazionale alle ultime elezioni comunali è stata condannata dal tribunale di Cayenna a 9 mesi di carcere per aver paragonato su Facebook la ministra della giustizia, Christiane Taubira, a una scimmia. Anne-Sophie Leclère, una commerciante di 33 anni, era capolista per il partito di Marine Le Pen a Rethel, un paesino di 7500 abitanti situato nelle Ardenne. Il Fronte nazionale l’aveva esclusa in seguito a questa manifestazione di razzismo, ma il partito è stato condannato a 30mila euro di multa. Florian Philippot, vice-presidente del Fronte nazionale, protesta: “una condanna a che titolo? Non abbiamo dato alla signora Leclère i mezzi per realizzare il suo fotomontaggio. Nel diritto francese non c’è la responsabilità penale di una persona morale per un reato relativo alla libertà di espressione”. Philippot parla di “sentenza politica”, “grottescamente sproporzionata”. La ministra della giustizia, che si è rifiutata ieri di commentare la sentenza, si è limitata a precisare che “i magistrati giudicano in base al Codice penale e non in base alla loro fantasia”. A destra la sentenza è giudicata pesante, ma un reato di incitamento all’odio razziale puo’ essere punito fino a 5 anni di carcere.
A giudicare è stato il tribunale di Cayenna, perché un movimento locale, Walwari, fondato nel ‘93 dalla stessa ministra Taubira, che è originaria della Guyana, aveva sporto denuncia dopo aver scoperto il “fotomontaggio” all’indirizzo Facebook della candidata del Fronte nazionale, mostrato in un’inchiesta di Envoyé spécial su France2 il 17 ottobre scorso: sotto la fotografia di una scimmietta c’era scritto “a 18 mesi” e, accanto, sotto l’immagine di Taubira, “adesso”. Il movimento Walwari aveva voluto denunciare “il fondo ideologico di estrema destra del partito di Marine Le Pen”. Per Anne-Sophie Leclère non si tratta di razzismo, ma di lotta politica, contro le posizioni indipendentiste presa da Taubira nel passato. “Ho solo ricevuto il fotomontaggio – ha affermato ieri, dopo aver dichiarato che farà appello della sentenza – si tratta di un giudizio di parte e politico”. L’ex candidata afferma di non aver trovato nessun avvocato per difenderla a Cayenna e di non essere potuta andare al processo per mancanza di soldi. A destra la critica alla sentenza è stata abbinata all’accusa di lassismo contro la ministra Taubira, uno dei principali bersagli dell’opposizione, perché uno dei rari esponenti governativi che continua a difendere posizioni di sinistra. Per la destra, e non solo per il Fronte nazionale, “i criminali” escono di galera grazie alla riforma giudiziaria di Christiane Taubira, che colpisce duro quando è lei la vittima.
Non è la prima volta che la ministra della giustizia subisce attacchi razzisti. Durante le manifestazioni contro il matrimonio per tutti – la legge Taubira – degli ultrà cattolici avevano messo in prima fila una bambina, che all’arrivo della ministra aveva detto: “una banana per la scimmia”.
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