Tate, colf e badanti si raccontano nella città eterna
SanaMente Migliaia di lavoratrici che rassettano, cucinano, assistono gli anziani. Roma gli dedica una mostra dal titolo «Così vicine così lontane» aperta dal 3 al 24 aprile
SanaMente Migliaia di lavoratrici che rassettano, cucinano, assistono gli anziani. Roma gli dedica una mostra dal titolo «Così vicine così lontane» aperta dal 3 al 24 aprile
Una volta si chiamavano tate. Si aggiravano, materne ed efficienti, tra le stanze delle case nobili o borghesi. Erano italiane, e solo una minoranza, lusso nel lusso delle famiglie abbienti, arrivava da Francia e Inghilterra. Poi, molto tempo dopo, la tata è divenuta colf, e ancora dopo è nata la figura della badante. L’atlante geografico si è allargato, e oggi, nelle nostre case (non più soltanto quelle dei ricchi), si muovono le donne arrivate da Africa, Paesi Arabi, America Latina, Europa dell’Est, Asia.
Migliaia di lavoratrici che rassettano, cucinano, assistono gli anziani. Una mostra, «Così vicine, così lontane, Tate, colf e badanti», presso la Biblioteca Borghesiana di Roma, Largo Monreale, ne racconta la storia e le storie. Ideata e curata da Vinicio Ongini e promossa dalla Provincia di Roma nell’ambito del Progetto Biblioteche del Mondo, la mostra, unica nel suo genere, propone diari, foto, riviste, documenti di archivio, film e documentari. Apertura il 3 aprile e fino al 24, info 0645460361. Consigliata la visita alle scolaresche e agli adulti con prole. Auguri alla Borghesiana per il suo decimo compleanno. La passione dà sempre buoni frutti.
Di sapori gastronomici che arrivano dal mondo, scelta coerente con lo spunto scelto per questa rubrica, Roma è straordinariamente ricca. Iniziamo dall’Africa, via Gaeta 26 (dintorni di piazza Indipendenza), 064941077. Etiopia ed Eritrea in tavola con il falafel, la pasta sfoglia farcita di carne speziata della sambusà, la carne piccante del mincet abisch. Cui unire la salsa di lenticchie, tumtumo, e lo shirò, la purea di ceci. Nigeria al West African Foods, via dei Campani 48 (San Lorenzo), 3283727292. Qui vanno in scena akara, crocchette di fagioli; suya, spiedini di carne impanati con arachidi e spezie e poi grigliati; piatti di riso, pesce.
Nel bicchiere, birra nazionale. Il West è anche luogo di aperitivi con assaggi africani. Perù all’Inka Chicken, via Palestro 32/a, 064460712. Le spezie che arricchivano la cucina Inca vengono impiegate per la preparazione di ottimi piatti di carne: pollo, maiale, manzo, alla brace e no. Ecuador e Colombia al Mi Idolo, via del Pigneto 107, 3207870714. Qualità del cibo garantita dalla presenza di molti avventori che là sono nati, bella atmosfera. Si cuoce e si canta rumeno a La Tibi, via Appia Nuova 1257, 389/1804019, 340/7988530. Sede estiva presso il Villaggio italiano, via Tor Cervara 57/b. Ottimi piatti polacchi come «fatti in casa» all’Osteria Barbazza, largo Barbazza 32, zona Torrevecchia/Primavalle, 0661283148. L’ambiente piccolo consiglia di prenotare. Per chi voglia concludere la giornata ballando o ascoltando suoni multiculturali, ecco tre indirizzi: Discoteca Criola, via Castelguidone 26, punto di riferimento per le comunità africane, tutti i sabato musica capoverdiana; Charango, via di Sant’Onofrio 28, tempio di musica, cibo e balli sudamericani; il Bombardier, via di Santa Passera 25, che organizza spesso e volentieri concerti di artisti polacchi pop e rock.
ldelsette@yahoo.it
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