Tante piccole storie per un affresco del Brigantaggio
Graphic Novel «La Coccarda rossa» per Edizioni Segni d’autore
Graphic Novel «La Coccarda rossa» per Edizioni Segni d’autore
Si sa, la Storia, quella con esse maiuscola, la scrivono i vincitori. Così le vicende che hanno portato all’Unità d’Italia sono state scritte senza sfumature o in dialetto piemontese o nella retorica del Risorgimento repubblicano e garibaldino. In entrambi casi non c’era spazio per la resistenza all’occupazione in quello che fu il Regno delle Due Sicilie.
Eppure il così detto «Brigantaggio», assunto a tema pienamente storiografico solo di recente ma che continua a raccogliere poco meno di un paragrafetto nei libri di scuola, è stato per i numeri dei morti e degli uomini e delle donne coinvolti una vera guerra civile. Fenomeno complesso, in cui si mischiano elementi di banditismo sociale a spinte restauratrici e borboniche, speranze di emancipazione e rivolta a tendenze autonomistiche.
Una storia fatta di storie che vale la pena raccontare, non solo in sede accademica, ma anche con la potenza della narrazione. Nomi, visi, vicende eroiche o miserabili, avventure a cui vale la pena dare corpo, colore, parola.
Così nasce il volume a fumetti La Coccarda Rossa (Edizioni Segni d’Autore, 23 euro). Un’idea di Mauro Mercuri, che ha redatto anche il soggetto, sulla base di un’accurata ricerca storiografica su materiale d’archivio, mentre la sceneggiatura è di Carlo Balzan e disegni, acquarelli e illustrazioni Carlo Rispoli. I tre raccontano un’avventura di cappa spada, tra massacri e combattimenti, acerrimi nemici e amanti separati dalla tempesta della Storia.
Da una parte un’ex ufficiale della Guardia Reale di Francesco II di Borbone, Nicola Cardone determinato a ricacciare i piemontesi sopra Napoli, dall’altra il Generale Sabaudo Enrico Cialdini (figura storica realmente esistito) e il suo esercito regolare, che si macchiò di un’occupazione brutale e spietata, seguendo la logica della rappresaglia e dell’annientamento di qualsiasi resistenza.
Paesaggio dell’azione il piccolo paese di Ponte Pago (che nella realtà si chiama Pago Veiano, provincia di Benevento), che paga con il sangue e le fucilazioni sommarie la scelta di ribellarsi e cacciare «lo straniero«, di appoggiare i suoi briganti. Briganti leggitimisti, che attendono con speranza rinforzi che non arrivano, ma che gli promettono sbarcheranno presto. Non a caso a narrare la storia è lo stesso Francesco II di Borbone, ormai privato cittadino in esilio a Parigi. Il vecchio Re racconta così a un giovane napoletano entusiasta, emigrato in cerca di fortuna e che scribacchia come giornalista,
Gli acquerelli di Carlo Rispoli rispondono al più classico dei canoni del fumetto d’avventura, disegnano una graphic novel in costume, grazie all’attenzione ai particolari: dai vestiti alle uniformi, dai fucili alle bandiere, dagli arredi ai paesaggi urbani. Un’avventura che non finisce ma che si sposta di continente: il secondo volume della saga si svolgerà sul suolo americano, dove Nicola inseguirà il traditore Aietano Izzo, in cerca di vendetta e giustizia mentre infuria la Guerra Civile. Ma questa è un’altra storia.
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