Le ore di lavoro coincidevano talvolta con quelle dello sballo. Con la cocaina consumata in ufficio o durante “fuitine” in macchina. Cocaina come strenna, e poi soldi, pranzi e mazzette: erano il passe-partout per ottenere favori. Il Comune di Pescara tramortito, nelle ultime ore, dalla scoperta di un giro di tangenti, accompagnato dal consumo di cocaina. Perciò, ieri mattina, dopo un anno di accertamenti della Finanza, sono scattate le manette. Arrestato, per aver preso regali e denaro per appalti pilotati, il dirigente del settore Lavori Pubblici, Fabrizio Trisi, che si era dimesso nei giorni scorsi, avendo appreso di indagini a suo carico. In cella anche l’imprenditore Vincenzo De Leonibus, titolare dell’omonima società di costruzioni, e due spacciatori che rifornivano quest’ultimo che a sua volta acquistava e girava la merce al dirigente, per ripagarlo della propria benevolenza.

Complessivamente sono 12 gli inquisiti, tra i quali altri due dipendenti municipali, collaboratori che con Trisi avrebbe condiviso oneri e festini. Sotto inchiesta, inoltre, il presidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, che deve rispondere di un illecito finanziamento elettorale. Quest’ultimo è commissario provinciale di Pescara di Forza Italia, come forzista è il sindaco di Pescara, Carlo Masci, di cui, ora, il centrosinistra, chiede le dimissioni. Perché, tuona il Partito Democratico per voce del segretario provinciale Nicola Maiale e di quello cittadino Antonio Caroselli, «non si può far finta che non ci siano manifeste responsabilità politiche nell’affidare al dirigente, uomo di fiducia del sindaco, poiché contrattualizzato attraverso l’istituto della scelta fiduciaria e bocciato al concorso qualche mese fa, un ruolo centrale nella vita cittadina».

FORZA ITALIA, QUINDI, nello scandalo in Abruzzo, nel giorno in cui l’Italia tutta è concentrata sulla morte del fondatore del partito, Silvio Berlusconi. «Gli affari – scrivono le Fiamme gialle – si fanno con la droga e le tangenti, e la corruzione è la via per infiltrarsi nella pubblica amministrazione». È una saga a tema, «appalti truccati, col vizio dei favoritismi, quella che è andata a lungo in scena negli uffici comunali». I reati contestati sono corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, detenzione e cessione di stupefacenti. Le misure cautelari sono state disposte dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Fabrizio Cingolani, su richiesta dei pm Luca Sciarretta e Anna Benigni, e sono state eseguite all’alba dalle Fiamme gialle. Un centinaio i militari impiegati, anche in diverse perquisizioni in case e sedi societarie, con l’ausilio dei cani antidroga e con il supporto dei mezzi aerei.

PERSINO I CANTIERI per la manutenzione delle strade finanziati dai fondi Pnrr, per un valore di 5 milioni di euro, sono risultati irregolari: si tratta degli interventi per la realizzazione del collegamento dell’Asse attrezzato di Pescara e l’adeguamento dello svincolo della Statale 714. Lavori edili assegnati con aiutino, e poi, via, insieme, in noti ristoranti, in locali rinomati, o nella «tana delle tigri», il luogo, così chiamato dagli accusati, diventato ritrovo per concludere accordi o per divertirsi. Una trama fitta di illeciti. «In cambio degli affidamenti diretti e dei subappalti, dei pareri favorevoli e dell’accelerazione dei pagamenti per le commesse ricevute, l’imprenditore dà al dirigente contanti, omaggi, altre utilità e droga. La fornitura viene garantita da diversi pusher con precedenti, spesso finiti in prigione. L’imprenditore la compra e poi la condivide… Insieme sono soliti consumarla con assunzione di alcol, in ufficio o alla guida delle auto personali e comunali, anche in orario di servizio». In questo quadro c’è «l’episodio di finanziamento illecito politico elettorale, erogato da parte del legale rappresentante della società “Pescara Energia” Srl, su richiesta del dirigente, ad un soggetto candidato alle ultime elezioni del 2022 per il rinnovo del Parlamento italiano».

È SOSPIRI che si difende affermando di «non aver chiesto contribuiti» e che in quella «manifestazione c’erano anche altri candidati». All’attacco Sinistra Italiana secondo cui «l’avviso di garanzia a Sospiri getta l’ennesima ombra su un potenziale sistema poco chiaro, privo di trasparenza, spregiudicato e totalmente discrezionale, con cui la politica continua a gestire la cosa pubblica». Per questo chiede «con urgenza un passo indietro al presidente Marco Marsilio e alla sua giunta», in modo da tornare al voto. I Cinque Stelle, con il vice presidente del Consiglio regionale, Domenico Pettinari, parlano di «situazione gravissima giustamente definita dalla Gdf come… allarme rosso». E Maurizio Acerbo, segretario del Prc: «La destra in passato cavalcò gli scandali del Pd in regione, ma pare, adesso, che condivida gli stessi vizi. No al bipolarismo degli affari».