Economia

«Tangente radioattiva», sospeso il mega appalto alla Maltauro

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Saluggia Dai lavori Expo a quelli del sito nuke. Al setaccio del commissario Cantone gare Sogin da 98 milioni di euro

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 febbraio 2015

Un malaffare legava i cantieri dell’Expo al nucleare, con al centro – impegnata su entrambi i fronti – la Giuseppe Maltauro Costruzioni, gruppo vicentino da tempo sotto la lente degli investigatori. Nel dicembre del 2012 l’azienda si aggiudicò dalla Sogin (società di Stato incaricata della dismissione nucleare), insieme a un raggruppamento di imprese, l’appalto di 98 milioni di euro per la realizzazione dell’impianto di cementazione dei rifiuti radioattivi liquidi Cemex, a Saluggia, nel Vercellese, la capitale delle scorie radioattive. Appalto che ora si vede commissariare su richiesta del presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone, in quanto «oggetto di turbativa da parte degli indagati e la relativa aggiudicazione è proprio il risultato della loro attività illecita». Il decreto è stato recentemente firmato dal prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, che ha accolto la richiesta di Cantone.

I lavori a Saluggia sono interrotti. Il prefetto, sospendendo tutti i poteri degli attuali organi sociali, ha nominato due commissari straordinari: Mario De Salve, docente del Politecnico di Torino e Giovanni Grazzini, commercialista. La vicenda ribattezzata «tangente radioattiva», ramo piemontese dell’inchiesta della Procura di Milano sulla corruzione all’Expo, è emersa lo scorso maggio. La mega mazzetta, pattuita prima dell’aggiudicazione, sarebbe ammontata a 600 mila euro pagati dall’imprenditore Enrico Maltauro a Gianstefano Frigerio, Sergio Cattozzo e Luigi Grillo, per pilotare l’appalto del complesso Cemex, comprensivo del deposito temporaneo D3, dove dovrebbero essere ospitate le scorie in vista del successivo trasferimento all’ancora sconosciuto Deposito Nazionale.

Il presidente dell’Anac Cantone ha ricordato come «gli indagati abbiano posto in essere attività criminosa diretta in concreto a favorire in primo luogo l’assegnazione di appalti indetti dalla Sogin alla principale società di riferimento del sodalizio, cioè alla Costruzioni Giuseppe Maltauro, nell’immediato, come nel caso dell’impianto Cemex di Saluggia, ma anche in una prospettiva futura, per lo smantellamento e la decontaminazione della centrale di Trino Vercellese».

Per Gian Piero Godio, responsabile Energia di Legambiente Piemonte, nonché storico antinuclearista, il commissariamento non basta: «Dimostra che il sospetto di illegittima assegnazione, che noi sollevammo a giugno, è reale, ma ora è necessario annullare e rifare quell’appalto. La vicenda emersa fa ipotizzare un gioco di squadra tra chi avrebbe suggerito i requisiti tecnici e chi ha indetto la gara, che ora va riproposta con migliorie dal punto di vista della sicurezza. A chi controbatte, dicendo che con un nuovo appalto perderemmo sei mesi, rispondiamo che abbiamo perso trent’anni con un impianto che poteva essere costruito nel 1986. Sei mesi per ristabilire trasparenza sono giustificati».

Il Movimento 5 Stelle esulta «è un risultato conseguito dopo le nostre denunce» scrive il blog di Beppe Grillo. Il deputato vercellese Mirko Busto precisa: «Come portavoce dei cittadini avevo richiesto al presidente dell’Anac un intervento diretto e rapido che a stretto giro è stato compiuto».

Intanto, Saluggia resta con i suoi problemi irrisolti. Qui, sulla sponda sinistra della Dora Baltea, giace l’80% delle scorie italiane, un altro 16% si trova a Trino, a venti chilometri di distanza. Il Piemonte è la discarica radioattiva del Paese. Il 31 dicembre scorso il governo Renzi avrebbe dovuto presentare il programma nazionale nucleare, una sorta di piano regolatore. Non l’ha fatto. Ci stanno pensando le associazione ambientaliste, che vorranno presto discutere le linee di base con i cittadini.

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