A 24 ore dall’incidente ferroviario nei pressi di Faenza (Ravenna) emerge una dinamica molto particolare che potrebbe essere legata alla presenza sul Frecciarossa dell’amministratore delegato di Rfi Gianpiero Strisciuglio.

I FATTI FINORA ACCERTATI: lungo la linea Bologna-Rimini il Frecciarossa 8828 Lecce-Venezia ha “tamponato” un convoglio regionale «Rock» 1742 che viaggiava da Pesaro a Bologna. Per fortuna i treni viaggiavano a bassa velocità, e i feriti tra cui il macchinista del treno regionale, non sono gravi, solo sei si sono rivolti all’ospedale e già dimessi.

La paura però è stata tanta, i testimoni raccontano di oggetti che volavano e persone che cadevano a terra. «Ero assorta nella lettura quando, all’improvviso, intorno alle 19 e 40 il Frecciarossa su cui viaggiavo ha iniziato a rallentare sino ad andare pianissimo – ha raccontato una passeggera – quando ho realizzato che in realtà stavamo indietreggiando ho sentito un gran botto provenire dalla parte posteriore del treno: sono volata contro il tavolino del mio posto».

È ormai accertato anche dall’inchiesta interna di Trenitalia, che lo scontro fra i due convogli sia stato causato dal treno ad Alta Velocità. Secondo una nota emessa da Trenitalia «il Frecciarossa precedeva il treno Regionale, ed è retrocesso per inerzia a bassa velocità in relazione alla pendenza della tratta e, nel retrocedere, ha urtato il Regionale che era regolarmente fermo al segnale rosso».

ORA PERÒ DALLE CHAT dei macchinisti rimbalza una versione diversa da quella emersa finora: «La presenza dell’ad di Rfi sull’Etr 600 ha portato a tentare di risolvere nel più breve tempo possibile il guasto con l’intervento della Sala operativa che avrebbe richiesto l’applicazione di una procedura che prevede un intervento agli organi esterni al treno: una particola pressione che potrebbe aver indotto in errore il macchinista unico».

Contattati dal manifesto, Rfi ha confermato la presenza sul treno di Trisciuglio che ieri mattina ha presenziato «all’inaugurazione dei lavori per nuova tratta Venezia- Aeroporto Marco Polo», precisando però che «lo stesso ad non ha palesato a Trenitalia la sua presenza sul treno».

Trenitalia invece ha spiegato al manifesto che «c’è un’indagine in corso: sulle cause della retrocessione sono in corso approfondimenti».

I PASSEGGERI (circa 400 della freccia e circa 100 del regionale) sono stati poi fatti salire su un altro treno, che ha affiancato i due incidentati, e ha portato i passeggeri a destinazione nella tarda serata di domenica. Tutta la linea è stata bloccata per l’intera nottata e per buona parte della giornata di ieri, per consentire le operazioni di rimozione dei treni e le verifiche. L’infrastruttura non risulta danneggiata e questa è una buona notizia, in un territorio che ancora sconta i danni dell’alluvione e delle frane di maggio, con ben due linee ferroviarie, Faenza-Firenze e Faenza-Lavezzola non ancora riattivate, per i postumi dell’alluvione. Il tutto in una regione dove, come fanno notare da tempo le associazioni ambientaliste, in base al Prit (piano regionale trasporti 2020-2025) vengono dedicati solo un terzo degli investimenti alle ferrovie e il restante al traffico su gomma: autostrade, bretelle, passanti e tangenziali).

IL MINISTRO MATTEO SALVINI, sempre pronto a precettare i lavoratori, ha richiesto alla compagnia una relazione su quanto accaduto.