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Taddei, Jancovici, Starace: disegnare ecologia

Taddei, Jancovici, Starace: disegnare ecologia

Graphic Reportage, biografie, fiction: fumetti per raccontare il pianeta da una prospettiva ambientalista

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 aprile 2023

Mentre l’Antropocene avanza praticamente indisturbato, anche il fumetto, come moltissimi altri linguaggi, si occupa della rappresentazione e della sensibilizzazione verso i problemi ambientali, incaricandosi di portare in libreria storie e racconti che invitino a una riflessione più attenta e promuovano amore e cura dell’ambiente. La preoccupazione ambientalista, il futuro del pianeta e l’ecologia entrano nei graphic novel in diverse modalità: dal reportage a fumetti, alla biografia e alla fiction, passando per la divulgazione. Ecco una selezione di tre titoli che meritano una lettura attenta. Uscito per il marchio Hopipolla, Un mistero alla luce del giorno è un ritratto biografico di Alexander Von Humboldt, naturalista ed esploratore vissuto a cavallo tra ‘700 e ‘800. La storia, scritta da Marco Taddei e disegnata da Eleonora Antonioni, segue le tappe della formazione e della carriera del giovane Alexander, da sempre animato da cocente curiosità per il mondo naturale. In una delle prime sequenze, per rifuggire dalla rigida educazione materna, Alexander scivola in un mondo sotterraneo popolato da scarafaggi mostruosi e futuristici che lo minacciano con la prospettiva di impedire il lavoro di sensibilizzazione e di divulgazione al quale il giovane studioso si voterà in futuro: nei suoi incubi lo perseguiranno per sempre.

Prussiano, trasferitosi nella Parigi di Napoleone, Humboldt scorcia il pomposo cognome e diventa amico del più giovane Bonplan con il quale condividerà moltissimi viaggi. Il racconto mostra al lettore come il mistero della natura si sveli agli occhi del ricercatore: ci sono molti aneddoti dalla vita dello scienziato-categoria che ancora non si chiamava così, ma della quale è tra i primi autorevoli esponenti- ma gli autori condensano nelle sequenze soprattutto le fasi della nascita del suo pensiero. Non vediamo come questo influenzerà i suoi successori (primo tra tutti Charles Darwin) né la sua amicizia con Goethe o Simón Bolívar, ma viaggiamo con lui tra le tappe delle spedizioni dove i concetti di interconnessione degli elementi e ecosistema prendono forma. La linea pulita di Antonioni si arricchisce di una palette acida dove trionfa il contrasto verde/viola. La struttura delle gabbie è spesso irregolare, con vignettature sbilenche che attraversano la tavola in sequenze avventurose e dinamiche. La disegnatrice romana (già biografa di Lee Miller) sfrutta a fondo le possibilità del linguaggio, anche grazie ala reiterata rappresentazione di Humboldt in vignette contigue o nella stessa tavola libera. Un espediente che rende la perseveranza e la dedizione dello studioso, il quale parla con i numerosi e diversi interlocutori che incontrerà durante il suo cammino scegliendo un registro linguistico accurato e argomentando semplice e ragionevole le sue teorie scientifiche. Marco Taddei chiosa la convincente sceneggiatura con una manciata di pagine in postfazione, che in modo sintetico tracciano una linea di confine tra fiction e realtà biografica, e avvicinano l’imperdibile Alexander Von Humbolt disegnato a quello storico.

Con un approccio grafico sorprendente e contenuti molto accurati, il lavoro che vede un noto climatologo e un fumettista a passeggio tra le pagine di questo gran formato, ha sbancato librerie e premi in Francia, dove è stato il libro più venduto del 2022. Ne Il mondo senza fine, pubblicato in Italia da Oblomov, «l’eminenza in termini di questioni energetiche», secondo l’epiteto che di Jean Marc Jancovici fornisce il suo editore francese Dargaud, si trova alle prese con il versatile e ironico fumettista Blain, abilissimo disegnatore. Dalla loro incalzante conversazione, i lettori traggono efficaci spiegazioni su cosa siano energia e clima, su come il nostro fabbisogno e le tecniche di approvvigionamento energetico siano cambiati nei secoli e le conseguenze che questi cambiamenti-velocissimi- hanno avuto sul consumo delle risorse e sul pianeta.

L’efficacia della divulgazione-intesa come passaggio di nozioni scientifiche rigorose in forma accessibile a lettori non specializzati- si deve ai testi, accurati e asciutti, ma sempre ricchi di ironia e sagacia; a livello grafico sono molte le soluzioni visive che in forma di metafora veicolano concetti storico-scientifici in modo sintetico. È il caso di Iron Man l’uomo che grazie alle macchine acquisisce una specie di esoscheletro e vive grazie a queste estensioni, consumando molta energia, o della voluttuosa Madre Natura che mette in guardia gli abitanti del pianeta sui rischi delle loro abitudini di consumo, visto che nonostante la sua proverbiale generosità, le sue risorse sono esauribili. Jancovici ha ricevuto critiche oltralpe e le scatenerà anche qua, visto che la visione tecnocratica della questione energetica si traduce in ferrea difesa dell’energia nucleare e che nella critica del libero accesso al sapere che comporta una sovrapproduzione di servizi, con il loro conseguente impatto ambientale, si legge una pericolosa deriva antidemocratica. Il libro resta un impeccabile lavoro di divulgazione e un eccellente fumetto di realtà con il quale schiarirsi molte idee sulla storia del consumo energetico nel pianeta e su come questo ha inciso sull’attuale situazione climatica e ambientale. Il mondo senza fine è una lettura che dopo aver ottenuto la nostra totale attenzione, difficilmente lascerà indifferenti.

Di altra natura-in molteplici sensi- è il gran formato cartonato di Jacopo Starace, Essere montagna uscito per Bao Publishing a febbraio, dopo essere stato pubblicato dall’editore Sarbacane in Francia e candidato al premio per miglior fumetto a tema ambientale all’ultima edizione del Festival di Angoulême. Più che ispirata esortazione, il titolo allude al mito delle divinità che avrebbero salvato i protagonisti della storia, gli esseri formica, da una terribile e contagiosissima epidemia causata da un fungo. La vicenda vede il giovane Myco e la sorellina Pai, che hanno perso i genitori a causa del morbo, mettersi in viaggio alla ricerca dell’ormai irreperibile antidoto dopo che al villaggio è arrivato il misterioso Amanita, annunciando il ritorno del bacillo. Il romanzo di Starace mischia elementi fantastici- come gli animali aiutanti o minacciosi, o Lepista, la strega buona in grado di preparare pozioni dalle erbe- con una trama politica figlia della migliore tradizione drammatica occidentale. La tensione tra il decano e il priore, con quest’ultimo intento a nascondere la verità sull’epidemia e a difendere la narrazione mitica degli esseri montagna salvatori, ha risonanze inquietanti e attuali. Disegnata con una sensibilità grafica e cromatica estrema, questa storia di avventura e giustizia si svolge in un affascinante mondo fantastico che richiama i meccanismi e la fragilità del nostro: ci fa riflettere infatti su fattori molto concreti del nostro mondo, come il rischio dell’esaurimento delle risorse o gli interessi dei governatori che spesso interferiscono con la nostra salute e con quella dell’ambiente. Nella fiaba, così come nella vita reale, mentre la volontà di pochi minaccia il bene comune, l’inevitabile dolore della perdita e del sacrificio sono compensati dall’amore fraterno e dal ritrovato senso di comunità.

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