Visioni

Sylvano Bussotti, l’imprevedibile Hermes dell’arte

Sylvano Bussotti, l’imprevedibile Hermes dell’arteSylvano Bussotti – Lisetta Carmi

Icone Addio al compositore, scenografo, costumista, protagonista assoluto dell’avanguardia. La passion selon Sade con la voce di Cathy Berberian, sua musa, rivoluzionò il teatro musicale

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 21 settembre 2021
Seminario di composizione a Perugia, negli ultimi anni ’80. Tutto può diventare musica. Il segno non è solo l’appunto per un’esecuzione. Ma lo stimolo per un’improvvisazione. Sylvano Bussotti colloca la fotografia della facciata del Duomo di Orvieto sul leggio del pianoforte. E suona una splendida fantasia musicale. Naturalmente, improvvisata. Oggi è di moda non già solo criticare le avanguardie del dopoguerra, il che è legittimo, ma demolirle, negarne ogni valore musicale: sarebbero o matematica senza rapporto con l’esito sonoro o utopia dadaista senza corrispondenza musicale. La realtà è invece tutt’altro. È stata una ventata di aria fresca, una ubriacatura di...
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi