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Swans: il demone insaziabile nel sistema di Michael Gira

Swans: il demone insaziabile nel sistema di Michael GiraSwans

Note sparse La no-wave evoluta dell’artista americano e della band nel nuovo lavoro «The Beggar»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 19 luglio 2023

Il disadattato adolescente Michael Gira, con un vissuto funambolico, ripara a Los Angeles alla fine delle sue disavventure in giro per il mondo. Ma è deluso dalla scena cittadina, al punto che alla fine del ’79, quando la no-wave è esplosa da tempo, si trasferisce a New York. I primi ep (uno a nome Circus Mort, l’altro a nome Swans) sono esperimenti di no-wave evoluta, ma i primi album degli Swans prendono una direzione diversa: un clangore atonale di chitarre Sabbathiane accompagna le urla di Gira, mentre la batteria colpisce nei momenti più intensi. Le liriche, di una violenza basilare, evocano una potenza sterile, castrata dalla ferocia della vita e del sistema che la perpetua.

L’USO DEL CAMPIONAMENTO e di tecniche elettroniche più avanzate coincide con l’arrivo di Jarboe La Salle Devereaux, una fan con cui Gira trova un sodalizio artistico e sentimentale. Di formazione classica, Jarboe contribuisce a rendere gli Swans più gotici, anche donando loro dolci ballate pianistiche. Sarà però in Children Of God (’87) che si compirà l’alchimia. Un uso sistematico di cori maschili e femminili eleva ballate essenziali, acustiche o elettriche, quasi a trasformarle in gospel. Le canzoni di Gira hanno liriche che esplorano i bassifondi dell’esistenza, ma sostano sempre sul limite dell’essere, cosa che lo avvicina a Peter Hammill. Dopo un album mezzo riuscito con una major, Gira fonda la sua etichetta e sforna il suo capolavoro: White Light From The Mouth Of Infinity. Grazie anche agli arrangiamenti di Jarboe, strumenti e suoni congiurano per donare alle canzoni un orizzonte sfrenato e celestiale, in qualche modo rendendole assolute. Il disco «gemello» Love Of Life (’92), armeggia con lo stesso materiale sonoro, ma in maniera più umile, umana.

Il disco ha come tema centrale la morte, con cui il leader si confronta

The Great Annihilator (’95) non aggiunge nulla di eclatante alla musica degli Swans, e segna la crisi del gruppo, dove da sempre, anche per il carattere di Gira, i componenti vengono sostituiti in continuazione. Durante la lavorazione di Soundtracks For The Blind, progetto di sample lavorati elettronicamente, Gira decide di rompere con Jarboe, almeno a livello amoroso, e sciogliere gli Swans, cosa che avverrà nel ’97. A questo punto Gira rimane leader della band semiacustica The Angels Of Light e si occupa della sua etichetta, sempre più in difficoltà per via del download illegale.

SARÀ PROPRIO un disco degli Angels Of Light, nel 2010, a diventare, per ragioni estetiche quanto economiche, il nuovo album degli Swans, il chiaroscurale My Father Will Guide Me Up A Rope In the Sky. Segue l’ultimo capolavoro degli Swans, il doppio The Seer; un album dall’imponenza vertiginosa nel suo viaggio sciamanico tra psichedelia e avanguardia sonora, con brani mastodontici e totali. Successivamente gli Swans licenziano diversi doppi cd di cui si possono segnalare The Glowing Man (’16) che lambisce un ambient estatico e il semiacustico Leaving Meaning, che cesella ballate elegiache, alla Nick Cave o alla John Cale.
Il recente The Beggar, uscito dopo gli anni di lockdown, ha come tema centrale la morte con cui Gira si confronta, ormai sessantanovenne, e ha l’aspetto di un testamento. Contiene brani acustici velenosi, anche se non sempre vi si trova qualcosa di veramente originale. Non mancano le sorprese, come la sinfonica The Beggar Lover (Three), suite di 44 minuti dove la psichedelia ascendente degli Swans raggiunge il suo apice. Un valido disco un po’ discontinuo, consigliato soprattutto ai fan.

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