Lavoro

Svolta Uilm: «Sul contratto serve recuperare anche la Fiom»

Svolta Uilm: «Sul contratto serve recuperare anche la Fiom»Un gruppo di lavoratori dell'allora Fiat di Pomigliano da dove è partita la spaccatura sindacale fra Fiom, Fim e Uilm nel 2010

Metalmeccanici Dibattito unitario con Landini, Palombella e Bentivogli. A giugno presentazione delle piattaforme. Potrebbero essere "convergenti" per tornare ad un contratto unitario

Pubblicato più di 9 anni fa

Prove tecniche di riavvicinamento metalmeccanico. Riunire in un dibattito pubblico i tre segretari generali di Fim, Fiom e Uilm è l’impresa che è riuscita ieri mattina ad Antonello Di Mario, responsabile dell’ufficio stampa Uilm, per la presentazione del suo libro “Aspettando la crescita”. I tre coinquilini di Corso Trieste 36 sono in litigio perenne dal lontano giugno 2010, quando un appena eletto Maurizio Landini disse “No” al ricatto dell’allora Fiat. A cinque anni di distanza proprio a giugno è tempo di piattaforma (o le piattaforme) per il rinnovo del contratto nazionale di categoria che scade a fine anno. «Dal 2001 la Fiom – come ha sottolineato il neo segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli – ha firmato solo due contratti, nel 2005 e 2008».

La novità però sta proprio nella posizione della Uilm guidata da Rocco Palombella: «Se tre anni fa è stato importante mettere da parte la Fiom sennò niente contratto nazionale, ora è importante mettere assieme anche la Fiom perché Confindustria dice: “Non si rinnova il contratto senza certificazione” per avere esigibilità del contratto. Senza contratto avremmo una situazione terribile, sarebbe il declino della rappresentanza, una posta in gioco troppo alta. Per questo – continua Polombella – ho smosso le acque per vedere se ci sono le condizioni per presentare non dico una piattaforma unitaria, ma almeno piattaforme convergenti, partendo da un’autocritica su ciò che abbiamo fatto in questi anni: pensare più a noi che ai lavoratori».

Una vera svolta. Che ha messo per prima in difficoltà la stessa Cisl. Che lo stesso Palombella ha chiamato indirettamente in causa: «L’alternativa è la proposta di Confindustria di un anno di moratoria contrattuale che ha già una sponda confederale. E se la cosa passa tra noi metalmeccanici, la crisi della contrattazione si irrora poi in tutte le categorie». Bentivogli prova a parare il colpo attaccando «il falso totem dell’unità sindacale: i contratti unitari non sono stati i migliori che abbiamo firmato. Serve dunque una piattaforma per firmare il contratto perché il risultato per i lavoratori è negli aumenti in busta paga, no a piattaforme velleitarie, a scioperi gloriosi ma inconcludenti».

La Fiom si trova dunque nella posizione – impensabile fino a pochi mesi fa – di poter giocare le proprie carte per un puntare a un rinnovo unitario. E Landini coglie l’occasione: «È una fase inedita per tanti motivi. E c’è la necessità di vedere se ci sono le condizioni per unirsi. Colgo il fatto che è iniziato un confronto. Io non chiederò a voi di cancellare il contratto nazionale che voi avete firmato, ma voi non ci potete chiedere di riconoscerlo o firmarlo. Il problema è vedere quello che ci può unire e cercare di costruire piattaforme convergenti che guardino al merito dei problemi». Anche qui Landini punta ad allargare il campo: «Sugli aumenti salariali io dico che dovremmo chiedere alle imprese i soldi che hanno avuto dal governo sotto forma di sgravi Irap e per le assunzioni, mentre sugli orari possiamo anche lavorare il sabato e la domenica, ma l’orario va ridotto e redistribuito per allargare l’occupazione», strappando l’applauso della platea Uilm.

A dividere però è ancora la Fiat. O meglio: il modello Fiat. «Le imprese e il governo – intima Landini – vogliono fare come Marchionne, lasciare tutto alla contrattazione aziendale. E allora io dico che se vogliamo riconquistare il contratto bisogna smetterla con le caricature – battibeccando con Bentivogli che lo accusa di «legami stretti con troppi partiti» – e ripartire dagli accordi unitari positivi che abbiamo fatto in questi anni, come quello sull’elezione degli Rls proprio in Fiat».

La replica di Bentivogli è però gelida: «Ma se a Mantova quell’accordo è già stato disconosciuto dai tuoi. La Fiom deve riconoscere i contratti come ha fatto con il testo unico». L’ostacolo infatti sta proprio qui: quell’accordo – inizialmente avversato dalla Fiom – demanda alle categorie la scelta della validazione: voto delle Rsu o di tutti i lavoratori? Qui le posizioni sono opposte. «Ma il nodo si potrà affrontare dopo la presentazione della piattaforma», chiude l’ecumenico Palombella.

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