Svensson racconta gli abissi, tra balene bianche e vongole Ming
La casa editrice Iperborea, nota per aver pubblicato in Italia il meglio dell’affascinante letteratura scandinava e autori come Arto Paasilinna, Stig Dagerman, Jan Brokken, Cees Nooteboom, giusto per citarne qualcuno, ora inaugura una nuova collana, I corvi, con reportage giornalistici e narrativi dal mondo. I primi due titoli in uscita sono il corposo Chi è nudo non teme l’acqua, un viaggio clandestino sulle rotte dei migranti da Kabul fino alla Turchia e la Grecia con destinazione l’Italia raccontato dal reporter canadese americano del New York Times Matthieu Aikins, e L’uomo con lo scandaglio (storie di mare, abissi, meraviglie), scritto dallo svedese Patrik Svensson.
L’AUTORE DEL BESTSELLER internazionale Nel segno dell’anguilla (Guanda) ha una scrittura associativa e colloquiale, tipica dei raccontatori orali, che mischia conoscenza scientifica, quella storica, memoria intima e personale, narrazione tout court, e racconta quel mondo misterioso e sconosciuto fatto dagli oceani e dagli abissi marini, che costituiscono il 70 per cento della superficie della terra, «dove il tempo sembra essersi fermato, un nulla eterno», lo definisce il giornalista scandinavo, che riferisce con stupore: «A volte penso che il mare sia così affascinante proprio perché sembra un posto dove non succede niente». Un mondo «dalla vastità e dall’assenza di confini e punti di riferimento» che ha attratto da sempre gli scrittori, da Omero a Melville, Conrad o Walt Whitman, come ci rivela in forma di saggio letterario un altro libro, Oceano, storie di marinai, poesia e globalizzazione (Wetlands, 2023) dello studioso di letteratura inglese Steve Mentz.
SVENSSON INVECE RACCONTA storie di bizzarri cetacei, come lo squalo della Groenlandia, l’animale più longevo al mondo, o la vongola Ming, rimasta ferma al freddo per 507 anni a più di ottanta metri di profondità vicino all’Islanda, la balena franca del Nord Atlantico, la bianca melvilliana, ma anche le carte, il Mappamondo di Fra Mauro del 1450, le prime «circumnavigazioni», come quella di Ferdinando Magellano raccontate da Antonio Pigafetta, «che aveva sempre a portata di mano penna e taccuino», un racconto che secondo Gabriel Garcia Marquez (che lo citò nel suo discorsodi accettazione del Nobel nel 1982) nel quale già si intravedevano «i germi dei nostri romanzi di oggi».
STORIE DI COLONIZZATORI, conquistatori e balenieri del passato, e sconvolgimenti ambientali di oggi come l’estrazione di combustibili fossili. Ma i mari prima degli scafandri, dei sommergibili e del sonar erano anche luoghi leggendari dell’immaginario, «nella mitologia nordica compare il Kraken, un mostro enorme, descritto come un calamaro gigante addormentato sul fondo dell’oceano», mentre «nella mitologia giapponese c’è Isonade, un mostro simile a uno squalo dalla coda a forma di amo», ma nonostante oggi si conoscano le molte forme di vita che popolano quella che l’autore chiama «la notte fredda ed eterna dei fondali marini», cosa si muova nella profondità degli abissi resta un mistero, nonostante l’uomo abbia continuato nei secoli a scandagliare alla ricerca di qualcosa di ancestrale: «Cala la sagola non soltanto sul fondale marino, ma nell’anima» scrive ancora Svensson legando insieme leggende, notazioni storiche, aneddoti e informazioni scientifiche di studi, spedizioni oceanografiche.
E POI RACCONTANDO STORIE, storie incredibili come quella del panettiere scozzese Robert Dick, errabondo, scapolo e senza figli, grande lettore di libri di concologia, botanica e geologia, il quale arrivato a Thurso, una cittadina dell’estremo nordest delle Highlands scozzesi, durante le sue escursioni estreme scoprì il primo fossile completo del Placodermi, un pesce che 385 milioni di anni fa concepì la penetrazione la fecondazione interna. Un ritrovamento, quello di quel pesce primitivo, importantissimo per la storia dell’evoluzione, avvenuto solo grazie alla curiosità, «un impulso potente e indomabile», l’istinto scientifico di esplorare e studiare, quello dell’uomo con lo scandaglio.
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