Supplizi di «morti senza tomba»
Banksy
Cultura

Supplizi di «morti senza tomba»

SAGGI «Il silenzio della tortura» di Marina Lalatta Costerbosa per DeriveApprodi. La storia giudiziaria, sociale e politica di un crimine estremo che svuota lo stato di diritto e veicola la logica della vendetta
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 19 maggio 2016
Nel corso di una conferenza tenuta ad Heidelberg nel 1992, il sociologo Niklas Luhmann tentò di convincere l’uditorio circa l’inesistenza di norme irrinunciabili e assolute. Lo fece utilizzando un esempio estremo ma non improbabile di questi tempi: e se ci fossero terroristi spietati in grado di colpire nel mucchio in ogni momento? Davvero in questo caso non saremmo legittimati a praticare la soluzione estrema della tortura per salvare vite umane, conoscere i piani segreti dei nemici sanguinari, disinnescare gli ordigni? L’interrogativo viene riproposto da Marina Lalatta Costerbosa, docente di filosofia del diritto, nel saggio Il silenzio della tortura (DeriveApprodi, pp....
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi