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Superlega europea, modelli calcistici durante la pandemia

Superlega europea, modelli calcistici durante la pandemia

Sport Il progetto prevede 12 o 18 squadre. Rischio conflitti tra Fifa e Uefa

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 21 ottobre 2020

Un passo, il primo, verso la rivoluzione copernicana del calcio, sfinito, come altri settori dal Covid-19. Ora si accelera, secondo l’inglese Sky Sports sarebbe a uno stadio avanzato il progetto di una Superlega europea, da 12 squadre (o anche 18, con l’allargamento ad altri club oltre i più ricchi e famosi del Vecchio Continente) da Inghilterra, Germania, Spagna, Italia, Francia. Tra le italiane, ovviamente oltre al trio sull’asse Milano-Torino (Juventus, Milan e Inter) sarebbe stato contattato il Napoli. Il progetto è della Fifa, che mette per il momento all’angolo l’Uefa e ipotizza un format assai più leggero rispetto alla Champions League attuale, con due partite tra le partecipanti alla competizione, modello campionato italiano per intenderci, per poi decretare la vincitrice con la formula playoff.

PER EDIFICARE il nuovo percorso del calcio europeo servono soldi, freschi, tanti: ci starebbe pensando la banca americana JP Morgan e altri finanziatori a cinque stelle, per arrivare a circa sei miliardi di dollari (cinque miliardi di euro), la cifra necessaria per la fase di startup, con i prestiti poi ripagati dalla cessione, si immagina in cambio di assegni assai sostanziosi, dei diritti televisivi della competizione. Una proposta che bolliva in pentola già da tempo, ma la pandemia ha costretto la Fifa a una accelerazione. C’è già il nome del torneo: si chiamerebbe European Premier League, garantirebbe centinaia di milioni di euro ai club partecipanti e potrebbe essere ovviamente il casus belli di un conflitto sanguinoso tra Fifa (che ha da farsi perdonare diversi passi falsi degli ultimi anni, tra cui i Mondiali assegnati al Qatar, nel 2022) e l’Uefa, che nella gestione Covid-19 sta mostrando diversi limiti nella comprensione che il calcio è avulso ma invece coinvolto dalla pandemia.

QUALCHE GIORNO fa i primi segnali, il tentato golpe, in apparenza senza troppe chance di riuscire nell’intento, di Liverpool e Manchester United per la riforma della Premier League, progetto di meno partite e più soldi ai club minori. E sarebbero ancora le due squadre più famose e titolate del calcio inglese a guidare il plotone delle società verso l’European Premier League. Il campionato a squadre d’Europa, il sogno di alcuni dei presidenti di Serie A come Aurelio De Laurentiis del Napoli, che ne parla da anni.
È invece meno apprezzato, anche se la Juventus sarebbe ovviamente tra le partecipanti, per forza e blasone, dal numero uno bianconero Andrea Agnelli, che da presidente dello European Club Association (ECA) che proprio un anno fa si era schierato contro questo progetto che rivede il calcio europeo, puntando maggiormente sulla ricalibratura dei calendari, tra campionati, Coppe e nazionali. Dunque, manca solo il passaggio formale, che secondo fonti di Sky Sports UK potrebbe arrivare già alla fine di ottobre, poiché sarebbero assai stretti i tempi per il decollo della rivoluzione del calcio europeo dei prossimi decenni. Se in meglio o in peggio, si saprà solo tra qualche tempo.

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