Economia

Superbonus, dopo il caos il governo si sveglia e apre tavoli

Superbonus, dopo il caos il governo si sveglia e apre tavoliCantieri edili a Roma – LaPresse

Non si fa credito Il decreto varato il 16 febbraio scorso inizia l'esame giovedì in commissione Finanze alla Camera. Opposizioni sulle barricate. Giuseppe Conte attacca Meloni e Giorgetti e smentisce il buco di bilancio di cui parlano

Pubblicato più di un anno faEdizione del 21 febbraio 2023

Dopo avere creato il panico con il decreto legge che ha bloccato i crediti fiscali a cominciare dal Superbonus, ieri il governo ha incontrato a palazzo Chigi i rappresentanti delle banche e dei costruttori per cercare una soluzione a un problema conosciuto, ma sottovalutato dalla stessa maggioranza almeno fino al 16 febbraio scorso.

LA STRADA per lo sblocco dei crediti incagliati potrebbe essere quella di intervenire attraverso le banche con il meccanismo della compensazione con gli F24. Questa ipotesi, avanzata dall’Abi e dai costruttori dell’Ance, oltre che da Luigi Marattin (Azione-Italia Viva), intende sollecitare l’acquisto di crediti da società pubbliche controllate dallo Stato. In pratica le banche non possono più acquistare nuovi crediti perché hanno esaurito lo spazio di ’smaltimento’ fiscale. Con questa soluzione potrebbero scaricare i debiti compensandoli con gli importi dei pagamenti fiscali fatti dai clienti con i modelli F24 ai propri sportelli.

L’IPOTESI, prospettata da Fratelli d’Italia, sulla «cartoralizzazione» ieri sembrava accantonata. Il meccanismo prevede l’individuazione delle risorse incagliate, la costruzione di ’pacchetti’ di crediti da cedere poi sul mercato con società veicolo specializzate. È uno strumento di mercato e al momento appare accantonata anche perché potrebbe prevedere tempi lunghi. Il governo avrebbe valutato l’intervento Cassa Depositi e Prestiti e della Sace. Tuttavia questa ipotesi richiede mesi per elaborare strumenti finanziari complessi. Per questo motivo è stata ritenuta improponibile dalle associazioni delle imprese edili per risolvere nell’immediato l’urgenza creata dallo stesso governo.

«SE TUTTO QUESTO prevede la costituzione di una società veicolo, la necessità di chiedere pareri e autorizzazioni, nel frattempo le imprese sono già belle e morte, i condomini scoppiati e i lavori bloccati” ha detto la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio. Nel frattempo le 25 mila imprese messe a rischio dal governo con il suo decreto rischierebbero il fallimento. E 100 mila persone rischierebbero di finire disoccupati, è la stima della Fillea Cgil. La soluzione degli F24 è uno strumento di finanza pubblica che prevede compensazioni tra crediti e debiti fiscali. Ance ha comunque chiesto «un’apertura da parte delle partecipate a comprare i crediti pregressi». È stato affrontato il problema dello sconto in fattura per alcune fasce di reddito e per gli incapienti, penalizzati dal decreto. Dal 17 febbraio chi potrà chiedere lo sconto sarà solo chi ha un reddito più che alto.

L’AZIONE IMPROVVISATA del governo sarebbe stata causata dal fatto che l’Eurostat ha pubblicato il nuovo Manuale su deficit e debito pubblico, che dà l’interpretazione autentica su come vanno contabilizzati i crediti maturati. L’Italia aveva classificato tali crediti come detrazioni che generano una spesa immediata ma riducono le entrate future dello Stato. Il loro impatto era stato spalmato per cinque anni. Ora sembra che i crediti sarebbero invece pagabili e andrebbero contabilizzati nello stesso momento in cui sono generati. Il responso su questo mistero contabile dovrebbe arrivare tra qualche giorno, in marzo. Sembra che le detrazioni maturate nel 2021 e 2022 andranno ad aumentare il deficit di quegli anni. Allora si potrebbe aprire uno spazio finanziario per finanziare le misure sociali senza penalizzare altri interventi pubblici che pesano sul deficit. Dal 2023 potrebbero essere contabilizzati gli importi sul debito pubblico.I crediti incagliati avrebbero un impatto meno traumatico. Il meccanismo andava comunque interrotto, questo dicono dal governo, per evitare di far esplodere i conti nel 2023.

«LA SOLUZIONE che noi cerchiamo è sull’intero ammontare dei crediti, 110 miliardi di euro. L’urgenza ora è sullo stock dei crediti che in base alle rilevazioni dell’agenzia delle Entrate fanno riferimento alle imprese del settore edilizio, che hanno l’esistenza ad oggi di 19 miliardi circa di crediti «incagliati». Lo sforzo che noi faremo nei prossimi giorni con i tavoli tecnici è come far sgonfiare questa bolla», ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

IN ATTESA
di una risposta che probabilmente nopn arriverà mai, ieri i Cinque Stelle hanno di nuovo rifiutato la responsabilità di avere creato la «bolla» dei crediti. Una responsabilità condivisa con tutti i partiti (Lega compresa) con cui ha governato in questi anni. «È attacco politico studiato a tavolino come sul reddito di cittadinanza» ha detto Mariolina Castellone (M5S), vicepresidente del Senato. «Un governo responsabile – ha detto Giuseppe Conte – non è che la sera senza preavvertire chiude tutto: si predispone con le forze in parlamento per trovare soluzioni e ce ne sono tante. Ora si tornerà al nero e ci saranno oltre 100 mila disoccupati. Il superbonus non tocca il debito, al limite impatta sul deficit, ma è assolutamente positivo per il sistema. È stato un volano». Lo conferma anche l’Ance: «È stato una misura di emergenza nata durante la pandemia, con un settore allo stremo e l’Italia in piena recessione. La narrazione di tutto questo è stata brutta».

LE DOMANDE, a questo punto, sono: i tavoli andrebbero fatti prima di fare i decreti che poi vengono stravolti. Oppure il governo è messo così alle strette da avere preso una decisione che ha portato al caos? Perché quelli precedenti hanno permesso di arrivare qui?

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