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Super Bowl, un rito che vale miliardi

Super Bowl, un rito che vale miliardi

Sport Poche ore alla finale del campionato Nfl, l’evento televisivo più seguito da quasi 40 anni negli Stati Uniti, in programma domenica

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 12 febbraio 2022

Come il Festival di Sanremo in Italia. Anzi di più. Tra una manciata di ore c’è il Super Bowl, la finale del campionato Nfl, l’evento televisivo più seguito da quasi 40 anni negli Stati Uniti. Il football americano, tra scandali, violenze domestiche degli atleti, resta la casa degli americani, lo sport preferito, più di basket e baseball. Una specie di istituzione che per l’atto conclusivo vede la riunione di famiglie con cibo in abbondanza e birre in ghiaccio da consumare durante la gara. Il football come intrattenimento, un’edizione bis della Festa del Ringraziamento, barbecue accesi negli stadi caldi, camino assieme ad alette di pollo, nachos e chili invece dove c’è più ghiaccio che sole.  Usanza, consuetudine che si intrecciano agli affari, il Super Bowl è anche l’occasione per la Nfl di mostrare al mondo come si organizza e come si monetizza un evento di questa portata. Gli introiti previsti sfiorano i 500 milioni di dollari, i tagliandi per la partita arrivano fino a 75 mila dollari e i media americani si sono divertiti a descrivere le pazzie che si sono possono fare per il Super Bowl, ovviamente sborsando parecchie migliaia di dollari.

COME AL SOLITO, poco conta chi si giochi il Vince Lombardi Trophy (in campo al SoFi Stadium di Los Angeles ci sono i Los Angeles Rams e i Cincinnati Bengals), l’attenzione è soprattutto sullo show dell’intervallo, che negli anni si è preso la scena. Dal seno nudo (involontario) di Janet Jackson durante l’esibizione con Justin Timberlake nel 2003 a Madonna, Lady Gaga, i Rolling Stones, Bruce Springsteen, insomma si sono esibiti i migliori e stavolta tocca a Eminem e Mary J. Blige. Il Super Bowl mostra al mondo quanto paga l’organizzazione capillare di un prodotto del genere: nell’anno della pandemia la Nfl ha perduto quattro miliardi di dollari, mantenendo però un giro d’affari da dieci miliardi e con un nuovo contratto televisivo da 110 milioni di dollari in 11 anni, accordo che fa impallidire tutti gli altri principali tornei a squadre del mondo. Forse la Nba firmerà entro il 2025 un’intesa con più network televisivi da 75 miliardi per nove anni, resta in ogni caso una specie di mistero per gli europei il tipo di impatto, di appeal che il Super Bowl esercita sugli americani. Lontano dal Nordamerica infatti il football tira assai meno, anche se la Nfl porta ogni anno un paio di partite in Inghilterra e dal prossimo anno in Germania. Addirittura, come ha scritto il Daily Mail, nel 2026 la finale del campionato dovrebbe essere giocata nello stadio del Tottenham. Di sicuro, c’è solo da imparare, soprattutto per la Serie A e il suo potere diviso per bande. In questo senso è da sottolineare il filo che tiene assieme la lega e le singole franchigie, di proprietà perlopiù di miliardari di fede repubblicana. Dalla gestione dei diritti tv al rinnovo dei contratti collettivi, c’è il mutuo riconoscimento dei ruoli e alla fine portano a casa una torta assai saporita. Che vale miliardi.

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