Super allarme disoccupazione
Cgil-Cisl-Uil Oggi corteo fino a Piazza San Giovanni. I sindacati chiedono interventi per il lavoro. Camusso: "Dal governo solo annunci"
Cgil-Cisl-Uil Oggi corteo fino a Piazza San Giovanni. I sindacati chiedono interventi per il lavoro. Camusso: "Dal governo solo annunci"
Oggi Cgil, Cisl e Uil si prendono la scena, occupando Roma con due cortei che si concluderanno in piazza San Giovanni, per un comizio finale. L’emergenza è alta: ieri il sindacato guidato da Susanna Camusso ha diffuso nuovi dati sulla cassa integrazione, a indicare (al governo) che c’è una classe che soffre più di tutte e per cui bisogna fare immediatamente qualcosa: i lavoratori. D’altronde – è una critica della stessa Camusso – «l’esecutivo per il momento ha fatto troppi annunci e ha preso poche decisioni». Ed eccoli, i dati: i lavoratori in cassa a zero ore da inizio anno sono oltre 520 mila, e hanno già perso 1,7 miliardi di reddito complessivo, pari a 3300 euro ciascuno. Un’ecatombe.
«Noi – ha spiegato la segretaria generale della Cgil ieri a Radio 24 – abbiamo la sensazione che i dossier si moltiplichino e che non si decida sui singoli capitoli. Troppi annunci e poche decisioni». «Il dibattito Imu-Iva – ha continuato Camusso, passando a un tema di stretta attualità – dimostra che si continua a stare dentro gli echi della campagna elettorale».
Successivamente, la leader della Cgil ha fatto riferimento al tema dei contratti a termine, che come si sa il governo vuole liberalizzare (in particolare rimuovendo le causali) per creare nuoca occupazione:«Il tema non è quali forme di flessibilità, ma quali investimenti si devono fare – ha spiegato Camusso alla radio – Sugli incentivi c’è un rischio di difetto di efficacia se si fa solo quello. Non abbiamo nessuna illusione che sia questo da solo il provvedimento che può determinare un’effettiva ripresa: il governo deve investire in opere e guardare molto al territorio».
Tra le notizie interessanti sul corteo, è annunciata la presenza del segretario del Pd Guglielmo Epifani, già criticatissimo qualche settimana fa per aver snobbato la manifestazione della Fiom. Bisognerà capire se la piazza sarà molto «inquadrata» (e di solito, sommando i tre confederali, lo è), ma sicuramente nel Pd si staranno chiedendo se sarà completamente blindata rispetto a eventuali contestazioni e fischi.
Dal fronte del governo, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini ha negato che ci si stia concentrando solo sugli incentivi per le assunzioni degli under 30: «Quello che è importante – ha detto – è che mettiamo insieme una serie di strumenti che non solo sia orientata ai giovani, ma anche a chi ha perso il lavoro o è inattivo, oppure a coloro che usufruiscono di ammortizzatori sociali».
Il consiglio dei ministri che dovrebbe varare il pacchetto lavoro è slittato ulteriormente: non si terrà più martedì, ma mercoledì prossimo, a ridosso del Consiglio europeo del 27 giugno. Dovrebbero essere fissati paletti molto rigidi per gli incentivi escludendo sia le «trasformazioni», ovvero le stabilizzazioni di contratti precari, sia le nuove assunzioni con contratti a termine. Quindi ci si concentrerebbe solo sulle nuove assunzioni stabili, e non solo – almeno secondo gli annunci del ministro – riservate agli under 30.
La stretta è necessaria per cercare di ampliare la base occupazionale a fronte di risorse molto limitate: i 232 milioni destinati agli incentivi dal governo Monti hanno prodotto poco più di 24 mila contratti, per il 93% trasformazioni di rapporti di lavoro precari in stabili, e quindi con un aumento limitato dell’occupazione totale. Stavolta, insomma, il governo vuol risultati riconosciuti anche dalla statistica (e Giovannini è l’ex presidente dell’Istat).
Giovannini ha assicurato che non saranno utilizzati solo i fondi europei (è disponibile circa un miliardo ma a rigore andrebbe destinato solo alle aree svantaggiate come previsto dalla normativa Ue), ma anche «ulteriori fondi». Secondo quanto hanno spiegato tecnici al lavoro sul dossier si potrebbe aggiungere un altro miliardo per le altre aree del Paese se si lasciasse scattare a luglio l’aumento dell’Iva.
Ma, come sappiamo, sullo slittamento di almeno tre mesi dell’aumento Iva al 22% (per il costo, appunto, di un miliardo) c’è una fortissima pressione nella maggioranza: vedi ieri le ultime proteste, dopo gli exploit di Silvio Berlusconi, quelle dell’ultima «delfina» del Pdl, Daniela Santanchè. Quindi è probabile che le risorse ulteriori per creare lavoro siano molto limitate. Su un altro fronte, una parte dei fondi necessari, secondo quanto spiegano le stesse fonti ministeriali, si potrebbe recuperare dall’aumento delle accise e da interventi sulle sigarette elettroniche ma è tutto ancora in discussione.
Infine, una nota organizzativa sui cortei di oggi nella capitale: due i concentramenti, alle 8,30 a Piazza della Repubblica e a Piazzale dei Partigiani.
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