Il cuore di una città oscura, magica, raccontata e svelata durante la vita notturna o al risveglio, con l’apertura delle saracinesche lungo il Po, la colazione, il pomeriggio. Torino «sentita» attraverso i suoni di Porta Palazzo o dal Turet, le fontanelle tipiche della città a forma di toro, delle chiese o del battito delle mani dei tifosi allo stadio.

 

 

Un catalogo di suoni che sostituisce la batteria, raccolto da MCDM+CISI, ovvero il duo Max Casacci e Daniele Mana, che insieme al sassofonista Emanuele Cisi pubblicano The City. Jazz ed elettronica, ma anche tanto altro perché MCDM – oltre all’acronimo dei loro nomi – è anche il progetto Materia Viva Che Diventa Musica.

 

 

In altre parole rubare dalla strada elementi sonori, in questo caso dalla vita quotidiana per farne un poetico ensemble: atmosfere precise che richiamano luoghi, orari, momenti di una città magmatica come Torino. Che sia la raccolta dei rifiuti in periferia, la fabbrica o le rotative notturne dei quotidiani, MCDM hanno registrato ogni cosa, costruendo un’intima mappa dei ritmi e delle sensazioni che affiorano soffermandosi ad origliare.
Storia vuole che Casacci tornando da Umbria Jazz diede un passaggio al torinese Cisi, facendogli ascoltare il primo disco del progetto, Glasstress. Un’imbeccata che è servita per costruire questo omaggio alla loro città.

 

 

Accompagnati dai jazzisti Enrico Rava, Gianluca Petrella, Petra Magoni e Furio Di Castri o dal rapper Ensi che, in Quando parlo di lei, dischiude la città con il sapore dell’hip hop. Narrativamente potrebbe essere una guida turistica d’autore, in cui girato l’angolo di una canzone trovi il corpo ritmico di una piazza. Il taglio è decisamente jazz perché Torino lo è, ma anche pop impregnato di suadente elettronica.