A Marcel Khalifé basta dare il la e a cantare ci pensa la platea. Ma niente di sgangherato: anche in questo gioco, come nel suo porgere con un pathos pacato, Khalifé è estremamente signorile, mentre gli spettatori, composti, educati, cantano con eleganza a mezza voce. Fra loro molte donne: donne giovani, donne anziane, donne col velo o senza. Tutti seguono attentissimi, col rispetto che si deve ad un emblema della canzone araba. Che cosa c’è di sacro nella musica di Marcel Khalifé, che giustifichi il suo inserimento in un festival come Musiques Sacrées du Monde, sul palco principale, nella monumentale...