Sulle scene di In-Box
Teatro Da Brecht allo strapotere della tecnologia, i temi della manifestazione teatrale senese dedicata agli artisti più giovani
Teatro Da Brecht allo strapotere della tecnologia, i temi della manifestazione teatrale senese dedicata agli artisti più giovani
Il titolo della manifestazione può suonare oscuro o futuribile. Ma giunto alla sua decima edizione, l’appuntamento senese offre una visuale assai interessante del panorama teatrale italiano. Intanto per l’oggetto protagonista, che sono gli artisti giovani e giovanissimi, non necessariamente legati alle classificazioni frettolose e «concorrenziali» della scena di ultima generazione (ad opera non loro ovviamente, quanto di chi ne scrive disegnando improbabili «feudi»). Di conseguenza inusuali possono apparire anche i temi portati in vista: dal basket alla tecnologia più futuribile. Ma soprattutto è il fatto che a indire e organizzare e giudicare la gara, sono coloro che poi acquistano quegli spettacoli per i propri teatri: sono centri, sale, associazioni, circuiti che proprio con quella programmazione, ovvero con l’acquisto di repliche, daranno luogo al premio (le serate appunto) e ai premiati (quelli che toccheranno più «piazze» nella prossima stagione).
In questo senso In-Box è un’esperienza davvero unica. Non solo per la cornice (le meraviglie senesi, a pochi metri dalla piazza del Campo, e le due sedi del concorso, l’augusto Teatro dei Rozzi e il più moderno spazio del Costone), ma anche e soprattutto per i numeri: 500 le opere presentate al concorso, 12 finalisti da conoscere e vedere all’opera in quattro giornate (6 di teatro per l’infanzia e altrettanti per quello senza età), e parecchie decine di recite da distribuire come premio. Al gruppo toscano Straligut Teatro va il merito di aver inventato, fatto crescere e gestire tutt’oggi la manifestazione, da qualche anno fortemente supportata dalla Regione attraverso la Fondazione Toscana Spettacolo.
Nella sezione In-Box verde, si è aggiudicato il maggior numero di repliche (12) Et amo forte ancora della Locanda Spettacolo; nella sezione principale il premiato è stato It’s app to you – o del solipsismo, dei Bahamut, con 21 repliche conquistate. Un racconto questo di sapore orwelliano, che potrebbe voler mettere in guardia contro lo strapotere delle tecnologie, rispetto alla eccessiva fiducia che talvolta qualcuno vi ripone. Anche se banditori fasulli e creduloni beffati sono, in particolare qui in Toscana, da molti secoli protagonisti di novelle e romanzi.
Molto più stringente e inquietante risulta invece il secondo classificato, Lo soffia il cielo. Un atto d’amore, (9 repliche conquistate) ovvero il racconto unitario che per Trento Spettacoli il regista Stefano Cordella ha tratto da due diversi testi di Massimo Sgorbani. Due attori eccellenti (Cinzia Spanò e Francesco Errico) per una madre e un figlio, lei infelice per vocazione lui con qualche problema psichico, che con la loro ingenuità e la loro forza d’animo riescono a sgonfiare parecchi dei «miti» che oggi vengono rincorsi, dal tv nuovo alla felicità sessuale. Spettacolo duro e senza pietà per alcunché, che conferma il valore della scrittura di Sgorbani e la sua scelta per il superamento di ogni eccesso. Ha invece scelto di mimare Brecht Il Servomuto Teatro con Phoebuskartell, e il basket come metafora della vita il Centro teatrale Mamimò senza Nessuna pietà per l’arbitro.
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