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Sulle benedizioni e le maledizioni

I bambini ci parlano «Per me non si deve augurare di morire a nessuno, neppure agli animali!»

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 7 giugno 2018

Dobbiamo parlare di quello che è successo ieri perché ci sono rimasto veramente male. Infatti non sono ancora riuscito a perdonare M. Forse domani riuscirò.

Ma non mi aspettavo questa cosa… Mi ripetete con parole vostre cosa è successo?

«M. ha detto che tu dovevi morire». «Per me, maestro, è normale. Perché ti ha detto una cosa brutta». «Io non volevo. Poi altri bambini lo avevano detto». «Non è vero». «Io mi sono scusato. Io ho chiesto scusa». «È stata una cosa brutta. Perché… Perché è una cosa cattiva…».

È stata una maledizione. Ma per fortuna ci sono anche le benedizioni. Sapete dire cosa sono? «Sì, quando…. Quando tu auguri a una persona una cosa brutta, una disgrazia». «Una maledizione per me è un cosa che fa male, perché c’è anche la parola Male, dentro. Invece una benedizione è una cosa buona, infatti dentro alla parola c’è anche la parola Bene». «È vero, la benedizione fa bene, la maledizione vuole fare male». «Se tu dici che speri che muore, fai una maledizione. È una cosa brutta». «È una cosa cattiva». «Anche per me». «Per me è una cosa ingiusta». «Se tu dici che speri che la tua squadra fa gol, per me, è come una benedizione». «Io ho capito: una benedizione è una speranza che succede una cosa bella, invece una maledizione è una speranza che ti succede una cosa brutta a te o a un tuo nemico». «Allo stadio fanno molte maledizioni contro la squadra avversaria». «Per me… Per me se tu dici… Se tu fai gli auguri di buon compleanno, allora è una benedizione». «Le maledizioni sono delle cose cattive, delle cose molto cattive».

Chi è che fa le benedizioni e le maledizioni, di solito? «I maghi, credo». «Anche il corno, a Napoli, che devi toccare la punta, è un porta fortuna». «Se il prete dice: Che tu sia benedetto! Per me vuol dire che è una benedizione, che spera che il tuo futuro sia felice». «Anche se dici In bocca al lupo è una benedizione, un portafortuna». «Se dici spero che perdi, è una maledizione perché speri che gli porta sfortuna e dopo si avvera, dopo perdi veramente, la tua squadra perde veramente». «Anche se vedi una persona anziana e dici spero che non muori, per me, è una cosa bella. O anche se è malato e tu gli dici che speri che lui guarisce». «Per me è molto bello se ti fanno e ti dicono delle benedizioni». «Anche i cavalieri si facevano fare la benedizione dai re e il re gli augurava di essere invincibile». «Mia mamma ogni mattina, prima di andare a scuola, mi dà un bacio e mi dice: Spero che tu faccia tutto bene. Per me è una benedizione anche quella, maestro? Per me sì». «Per me è meglio se ricevi più benedizioni, piuttosto che fare più maledizioni». «Però ci vuole qualcuno che fa le benedizioni anche a te». «Per me è più bello fare delle benedizioni invece che fare delle maledizioni perché poi sei felice un po’ anche tu, quando fai le benedizioni».

Proviamo a farci delle benedizioni tra noi, allora? «M. spero che non dici più certe cose!», «Mamma, spero che tu trovi il lavoro che vuoi». «Io auguro a tutti i miei compagni di classe anche a me di essere promossi». «Auguro a mio papà di vincere al Gratta e Vinci perché lui ci gioca sempre ma non vince mai». «Caro nonno, spero che tu ti trovi bene in Paradiso». «Un augurio bello, non brutto, è che la mia squadra di calcio, il Napoli, la squadra che io tifo, quest’anno vince lo scudetto». «Papà, spero che tu viva a lungo». «Papà, spero che tu riesci a comperare il camion che vorresti tanto comprare». «Io spero che mia sorella per il suo compleanno, che c’è tra pochi giorni, riceva la sua bambola preferita». «A me fare queste le benedizioni sembra un po’ come se era ancora Natale». «Per me le benedizioni sono delle speranze buone, belle. Invece se speri che ci sono delle cose cattive, brutte, quelle sono le maledizioni». «Per me non si deve augurare di morire a nessuno, neppure agli animali!», «Anche per me è una cosa brutta!».

«Io spero che i miei nonni vivono fino a cento anni, perché loro ne hanno già 87! », «Io spero che… Io mi auguro che quando c’è la nostra gita scolastica c’è il sole così la gita è più bella e ci divertiamo di più». «Cara mamma, spero che questa sera noi andiamo a mangiare fuori al ristorante».

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