Sull’autovalutazione
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
In questi giorni avete fatto insieme le vostre schede di autovalutazione. Io e la maestra le consegneremo ai vostri genitori insieme alle schede di valutazioni vere. Mi dite che differenze ci sono tra le schede di valutazione vere e quelle di autovalutazione che avete fatte voi?
«Beh, quelle vere le avete fatte tu e la maestra, invece quelle di autovalutazione le abbiamo fatte noi». «Noi abbiamo scritto le cose che sapevamo fare con il semafori verde e quelle che non sapevamo fare molto bene o non avevamo capito. Voi invece avete messo i voti in ogni materia». «Poi alla fine della nostra scheda c’era anche la domanda: Come state a scuola? E lì abbiamo messo come ci troviamo con i nostri compagni e le nostre compagne, come ci troviamo con i maestri e le maestre. Insomma, come ci avevi spiegato tu». «Una differenza è che le nostre schede di autovalutazione sono molto più belle di quelle vere perché sono più colorate e ci sono anche dei disegni». «Un’altra differenza, forse, è che nelle nostre schede ci sono forse degli errori ortografici perché tu non ce le hai corrette». «Autovalutazione vuol dire che il voto ce lo diamo noi, non i maestri. Però non ci siamo dati i voti, abbiamo solo scritto le cose che sappiamo fare bene e quelle che sappiamo fare meno bene o non riusciamo a fare bene, non abbiamo ancora imparato a farle bene». «Nella nostra scheda c’erano solo alcune materie: Italiano, Matematica, altre Materie e Come stai a scuola. Invece nella scheda vera ci sono tantissime materie che io non so neanche quali sono».
Cosa avete scritto nella parte di Italiano? Qualcuno mi legge una frase che ha scritto?
«Io ho imparato a scrivere in corsivo». «Io so leggere molto bene e anche molto veloce e capisco tutto quello che leggo». «Io non so ascoltare bene». «Io a scrivere non sono tanto veloce, specialmente nei dettati, perché resto indietro». «Io non so leggere in corsivo». «Io conosco tutte le lettere maiuscole in corsivo, anche l’H». «Io so i nomi propri e i nomi comuni, i nomi singolari e i nomi plurali, i nomi di cosa, di persona e anche di animali». «Io mi dimentico le lettere maiuscole».
E in matematica?
«Io non so tanto bene la tabellina del 3». «Io so contare fino a 101». «Io so la -, la + e anche la x». «Io so risolvere problemi di matematica difficili». «Io so fare bene tutte le cose di matematica tranne che la verifica». «Io so contare all’indietro». «Io so fare le operazioni in colonna». «Io mi sbaglio». «Io so fare i dettati di matematica, quelli coi numeri, perché so scrivere tutti i numeri, anche quelli alti, non solo i bassi». «Io so contare da 400 a 200». «Io so fare il grafico e il diagramma».
E le altre materie?
«Io in palestra so fare salti altissimi». «Io so leggere abbastanza bene l’orologio». «Io so cosa è un paesaggio antropico». «Io so disegnare e colorare bene». «Io so cantare bene». «Io in palestra corro molto veloce». «Io l’orologio non lo so leggere molto bene perché è un po’ difficile da capire».
Bene. Adesso una frase che avete scritto in Come sto a scuola.
«Con i miei amici bisticciamo, qualche volta, ma io ci sto bene». «Il maestro e la maestra sono un po’ severi ma sono simpatici». «Con la maestra bene, con te meno bene perché sei più severo». «Nei lavori di gruppo non ci capisco molto perché facciamo troppa confusione». «Nei lavori di gruppo mi piace fare il capogruppo». «Con i miei amici sto bene, con i maestri così così». «Io mi trovo meglio col maestro perché è un po’ più severo».
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