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Sull’Aida

I bambini ci parlano Ieri siamo andati al Teatro Ariosto di Reggio Emilia per assistere all’Aida. Mi sapete dire cosa è?

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 8 maggio 2014

Ieri siamo andati al Teatro Ariosto di Reggio Emilia per assistere all’Aida. Mi sapete dire cosa è?
«E’ un’opera lirica dove cantano e fanno il teatro». «Poi c’è anche l’orchestra. A me piaceva il direttore dell’orchestra». «Io non pensavo che c’erano tanti bambini così». «Io ero la prima volta che andavo a teatro a vedere un’opera lirica». «L’Aida l’ha scritta Giuseppe Verdi, un musicista italiano che adesso è morto».

Lui ha scritto la musica, ma le parole le ha scritte un altro. Vi è piaciuta?
«Molto. Perché da tanti mesi che ci preparavamo per andarla a vedere e finalmente il momento è arrivato». «Mio papà mi aveva detto che, se mi fosse piaciuta, mi avrebbe portato a vederla anche all’Arena di Verona. A me è piaciuta molto». «Siamo andati lì con un tram prenotato solo per noi. Alcune nostre mamme, tra cui la mia, ci hanno raggiunto con la macchina». «Noi eravamo seduti ai lati della platea, in basso». «A me la canzone che piaceva di più è stata “Su del Nilo!”» «Io sono andato a scuola truccato da egizio; mi ha truccato mia mamma. Per strada tutti mi guardavano “male” perché in Italia un maschio di solito non si trucca, tranne a Carnevale».

Che parte interpretavamo noi bambini seduti in platea?
«Il popolo egiziano. Infatti eravamo vestiti da popolo egiziano. Con il copricapo in testa. A me l’ha costruito mia nonna con la macchina da cucire». «Anche a me l’ha costruito mia nonna». «Avevamo anche i fiori di carta, le ninfee». «E anche le palme da sventolare quando c’era la Marcia Trionfale». «Prima di venire a scuola ci siamo truccati gli occhi come gli egiziano di tanto tempo fa. Anche i maschi si sono truccati col nero». «Per me abbiamo cantata sette canzoni benissimo. Anche perché ci eravamo preparati tanto a scuola».

Chi è che mi racconta brevemente la storia dell’Aida?
«E’ la storia di due donne innamorate dello stesso uomo: Radames». «Solo che lui è il capo dei guerrieri egiziani, che combattono contro gli etiopi, solo che invece di innamorarsi della figlia del faraone, lui si innamora della principessa del re dell’Etiopia e questo provoca un sacco di casini». «Infatti hanno fatto anche una brutta fine: sono stati rinchiusi a morte nei sotterranei di una piramide». «Gli interpreti erano vestiti con abiti molto sfarzosi». «C’era una bellissima scenografia, la musica era “potente”. La parte più emozionante è stata quando abbiamo battuto i piedi per la Marcia Trionfale e sventolato i rami di palma che avevano fatto con la carta verde». «A me è piaciuto anche quando siamo saliti sul tram. Lo sai perché? Perché mi sembrava di essere già grande! Per me questa esperienza, finora, è stata la più bella dell’anno scolastico».

C’è qualcosa che non vi è piaciuto?
«A me è piaciuta perché è un’opera con molti sentimenti differenti e mi è sembrata molto bella. Però c’erano due cantanti che non mi piacevano molto: non per come cantavano, ma come aspetto. Ed erano proprio i più importanti: Radames e Aida». «Anche per me: Radames era troppo grasso». «Poi non era neppure italiano». «Ma l’importane è che cantava bene». «Sì, ma se era anche più carino era meglio. Invece era molto in carne e bruttino».

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