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Sulla Settimana del pane

I bambini ci parlano «Non portiamo le nostre merendine a scuola». «E allora?». «Allora noi non spendiamo i soldi delle merendine e quei soldi li usiamo per darli ai bambini poveri»

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 15 settembre 2016

Mi parlate dell’avviso che abbiamo appena letto? Di cosa si parla?

«Si parla che tra poco è natale e noi facciamo la Settimana del pane come lo scorso anno». «Facciamo l’elemosina ai bambini poveri, i bambini dell’Africa». «Perché loro sono poveri». «Noi portiamo dei soldini, un euro o cinquanta centesimi, poi li mettiamo nella scatolina come un salvadanaio e dopo li diamo ai bambini poveri». «Perché loro sono in Africa, dove ci sono molti poveri». «Poi loro non hanno niente da mangiare». «Per questo noi gli diamo il pane».

No, non avete capito bene. Noi, mangiamo il pane. Ma perché?

«Ah, io ho capito: perché noi per una settimana non portiamo le nostre merendine a scuola». «E allora?». «Allora noi non spendiamo i soldi delle merendine e quei soldi li usiamo per darli ai bambini poveri». «Ma noi mangiamo il pane, invece delle merendine, perché le bidelle ci portano un sacchetto di pane con una pagnottina a testa». «Però non bisogna prenderli in giro, i bambini poveri». «Noi facciamo delle offerte, come a messa. Ognuno può dare i soldi che vuole o anche non dare neppure un soldo». «Però non può portare a scuola le merendine, quella settimana lì». «È la settimana che va dal 14 dicembre al 21 dicembre. C’è scritto così».

Ma se non servono per dare da mangiare ai bambini poveri, a cosa servono i soldi che raccogliamo e poi gli diamo? Sull’avviso c’è scritto. Qualcuno, se è stato attento e ha capito, me lo dice?

«Per i banchi. Perché loro, nella loro scuola, hanno dei banchi vecchi, di legno». «Con i soldi loro possono comperare dei banchi con le gambe di ferro che poi sono anche più resistenti». «Perché la loro scuola è vecchia». «Poi hanno pochi soldi per comperare i banchi». «Per me non c’è neppure la cattedra e neppure le cartine geografiche, ci sono». «Nella lettura c’è scritto che nella loro scuola ci sono 1500 bambini e ci sono solo sei classi». «Perché bisogna aiutare i bambini che non vanno a scuola o ci vanno ma non hanno una scuola bella come la nostra». «Anche perché poi è natale e a Natale tutti devono essere più buoni». «Per me se raccogliamo molti soldi possiamo comperare anche dei libri per loro, oppure dei tavoli grandi come abbiamo noi nel laboratorio di pittura e anche dei fogli grandi e dei pennelli per colorare».

Nell’avviso c’è scritto anche di quale paese e di quale stato sono questi bambini. Chi me lo dice?

«Dell’Africa?». «Sì, non i bambini dell’Africa, ma lo stato è quello del Leone». «No, c’è scritto della Sierra Leone. Forse perché lì ci sono tanti leoni». «Anche vicino alla scuola?». «No, la scuola per me è lontana, altrimenti i leoni mangiano i bambini». «Il paese si chiama Lunsar, perché io lo ho visto che era scritto così sull’avviso». «Però è sempre in Africa».

Abbiamo visto anche una foto. Ci sono tutti i bambini e le bambine con la pelle nera. Mi sapete dire perché?

“Perché in Africa c’è molto sole, fa molto caldo». «Perché sono africani». «Perché in tutti i paesi del mondo ci sono dei bambini e delle persone con la pelle colorata in modo diverso». «Perché sono vicini all’equatore dove il sole, i raggi del sole, sono più lunghi e più forti». «Per me hanno la pelle nera perché sono poveri». «O forse mangiano poco, allora se mangi troppo poco, dopo ti viene la pelle nera». «A me dispiace se non hanno tanto da mangiare». «Anche a me». «I cinesi hanno gli occhi a mandorla, allungati, socchiusi. Invece in Africa hanno gli occhi normali ma la pelle nera».

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