Rubriche

Sulla prova antincendio

I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 7 maggio 2015

Vi ricordate cosa è successo ieri l’altro, mentre eravamo a mensa?
«Mattia ha rovesciato un bicchiere d’acqua». No, no, è successa un’altra cosa. Pensateci bene… «Ah, io lo so. E’ suonato l’allarme». «E’ vero! Abbiamo fatto la prova». «Noi abbiamo smesso di mangiare e siamo andato giù in cortile». «E’ successo quando abbiamo terminato di mangiare la pastasciutta con il sugo». «Quando è suonato l’allarme, prima ci siamo nascosti sotto il tavolo. Solo dopo ci siamo messi in fila e siamo usciti uno alla volta dalla scala antincendio». «Io avevo paura a scendere dalla scala di ferro perché era ripida. Poi non riuscivo a stare bene attaccata alla ringhiera». «Io non ho finito di mangiare, ma non poteva finire».

E’ la prima prova antincendio che avete fatto? All’asilo non ne facevate? Come vi sentivate?
«Io mi sono sentito subito un po’ impaurita, dopo un po’ contenta perché avevo capito che era una finta, che non c’era il terremoto vero». «Io mi sono divertito molto. Soprattutto quando siamo andati fuori in cortile». «Io mi stavo mettendo a piangere perché avevo paura». «Per me è stata una bella prova, però dei bambini erano troppo lenti e non si mettevano mai in fila». «C’era anche chi mi spingeva». «Io, quando dopo è suonata l’altra campana, mi sono messo subito vicino alla parete». «Per me noi di Prima siamo stati un po’ più lenti delle altre classi a metterci in fila e ad uscire dalla scala perché noi non siamo ancora molto allenati agli incendi: io infatti non ho ancora mai visto un incendio o un terremoto in vita mia».

A parte la paura, avete incontrato altri problemi?
«Anche per me la scala di ferro. Era larga, ma troppo ripida». «Anche io: perché poi da quella parte lì non eravamo mai scesi». «Io avevo paura che mi avevano fatto uno scherzo». «Io non capivo quando dopo, in cortile, tu, maestro, hai fatto l’appello col registro. Io non ho sentito il mio nome perché c’era molta confusione, con tutti i bambini delle classi della scuola insieme, allora non ho sentito il mio nome e non ho detto presente, ma non è colpa mia». «A me dispiace solo che dopo, quando siamo rientrati a scuola, quando siamo rientrati a mensa, insomma, la pasta si era tutta raffreddata e faceva schifo». «Io penso che non ho avuto neppure un problema. Solo un po’ lungo la scala, mentre scendevo, perché avevo paura che se cadevo, dopo, se cadevo, facevo cadere tutta la fila di bambini». «Per me non ci sono stati problemi». «Per me quando ci siamo nascosti sotto i tavoli, all’inizio, eravamo un po’ stretti, perché il tavolo è piccolo».

Avete capito perché abbiamo fatto questa prova?
«Per fare un divertimento. Per fare un gioco». «Per fare una prova. Perché l’incendio non è venuto veramente, neppure il terremoto, ma se per caso domani viene, noi sappiamo cosa dobbiamo fare, dove dobbiamo nasconderci, come dobbiamo fare per uscire in fretta dalla scuola». «Io ho capito perché tu non ci vuoi fare andare in bagno prima o dopo la mensa: perché se per caso siamo da soli in bagno e arriva un incendio o un terremoto, noi siamo da soli e non sappiamo dove scappare». «Poi se uno è da solo è anche più terrorizzato». «Dobbiamo allenarci perché così diventiamo sempre più bravi, sempre più veloci a scappare. Poi noi era solo la prima volta che ci allenavamo». «A me la prova è piaciuta perché almeno è stata un po’ movimentata». «Anche per me è stata bella. E’ stata avventurosa. Perché tutte le volte che noi usciamo dalla scuola è sempre una bella avventura». «Anche a me è piaciuta. Però io spero che il terremoto e l’incendio nella nostra scuola non vengono mai perché sono delle cose molto pericolose».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento