Sulla metamorfosi dei bruchi
Oggi mi leggete quello che avete scritto sul Diario della metamorfosi per ripercorrere tutta la trasformazione dei bruchi a farfalle dopo che ci è arrivato il kit che aveva richiesto […]
Oggi mi leggete quello che avete scritto sul Diario della metamorfosi per ripercorrere tutta la trasformazione dei bruchi a farfalle dopo che ci è arrivato il kit che aveva richiesto […]
Oggi mi leggete quello che avete scritto sul Diario della metamorfosi per ripercorrere tutta la trasformazione dei bruchi a farfalle dopo che ci è arrivato il kit che aveva richiesto la maestra Patty.
«All’inizio sono arrivati i bruchetti. Erano cinque bruchetti. Era il 5 Aprile. Noi abbiamo promesso di accudirli ogni9 giorno». «La maestra e noi eravamo emozionati». «Subito non si muovevano, ma erano vivi». «La maestra Marita e la R. hanno preparato il cibo che mangeranno per sempre. Tutti noi gli volevamo bene». «La scatola che ci è arrivata si chiamava Butterfly Kit disclose the nature». «Alla data del 13 Aprile c’è scritto: I bruchetti stanno bene. Ogni giorno che passa noi ci affezioniamo sempre di più ai bruchetti». «Qui abbiamo fatto una foto alla scatola e anche un disegno». «Questo l’ho scritto io». «Noi il 13 Aprile abbiamo scritto questo: Il bruchetto che ieri non si muoveva ora ha mosso la testa, non vediamo l’ora che facciano la crisalide. Il bruchetto più lungo misura 2,5 centimetri. Perché l’abbiamo misurato». «Noi abbiamo scritto: la Marta e la Marita, adesso, stanno preparando una nuova casetta per i bruchetti. Una nuova scatola trasparente».
Poi, ancora: «Klevis sta facendo le foto mentre la Marita prepara la nuova capsula ai bruchetti. Intanto la classe sta leggendo le istruzioni per montare la nuova capsula. Fine». «Il 16 Aprile noi abbiamo scritto: Oggi gli abbiamo dato da mangiare. Sono diventati più grandi. Uno è lungo 4,5 centimetri. Il cibo che gli abbiamo dato era congelato perché era in frezer. Fine». «”Il 17 Aprile abbiamo scritto: due bruchetti sono lunghi 4 centimetri, due 3 centimetri, uno 2 centimetri circa, forse meno». «Lasciamo le cacchette con un odore sgradevole e acido: nauseabondo». «I bruchi sono molto iperattivi e pieni di energia, zampe e peluria. Uno mangia, tre dormono e l’altro gira per la capsula». «Dopo qualche minuto tutti si sono svegliati perché S. ci ha preso contro con la matita e ha fatto quasi cadere la capsula. Adesso mangiano tutti e tanto».
Bene, passiamo al 18 Aprile e ai giorni che seguono…
«Diciotto aprile: i bruchi diventano ogni giorno più grandi. Però uno è ancora un po’ piccolo. Alcuni si arrampicano sugli alberi di stuzzicadente. Mangiano tanto e fanno tante cacchette. Noi ci stiamo affezionando molto». «Venti aprile: oggi i bruchi sono in forma e vivaci tranne uno, il più piccolo, sembra malato. Gli abbiamo dato da mangiare e si sono mossi molto. Amrit e Gorav hanno dato da mangiare ai nostri amici bruchi». «Ventitrè aprile: oggi i nostri bruchi stanno facendo la metamorfosi. Appena abbiamo visto le crisalidi, abbiamo visto un bruchetto morto e un po’ di sangue. Dopo abbiamo bucato il bruchetto della scatola dell’umido». «Ventiquattro aprile: i bruchetti stanno facendo la muta. Crescono. Però ieri abbiamo trovato Bibì morto. Gli abbiamo scritto una lettera. S. gli ha fatto anche una specie di tomba. I bruchetti non hanno ancora la pelle umida e non secca come deve essere».
«Trenta aprile: mancano pochi giorni alla schiusura dei bozzoli. In settimana dovrebbero uscire. Il brutto è che quando saranno farfalle le dovremmo lasciare subito». «Quattro maggio: oggi abbiamo scoperto che un bruco è diventato farfalla. E’ di colore biancastro, quasi giallo, un po’ nero».
«Oggi è il sette maggio, un lunedì, e tutte sono diventate quattro farfalle, tutti e quattro gli ex bruchi. Due crisalidi hanno una codina attaccata o staccata. Noi pensiamo che due crisalidi non riusciranno a diventare farfalle. Siamo preoccupati. Noi tre giorni prima non avevamo controllato se stavano bene o no». Dieci maggio: oggi abbiamo liberato le nostre quattro farfalle nel cortile della scuola. Abbiamo dovuto aspettare un po’ perché era piovuto e la pioggia poteva ucciderle. Ma oggi, anche se non c’era il sole, non pioveva e così le abbiamo lasciate volare via e loro sono andate subito sul prato e in cielo. Sapevano volare benissimo anche se nessuno glielo ha insegnato».
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