Sulla mappa del paese
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale di Giuseppe Caliceti
Questa mattina siamo andati a fare una esplorazione per il paese per capire come possiamo disegnare una mappa del paese. Cosa vi ricordate?
«Che abbiamo trovato delle foglie, delle castagne e delle noci e le abbiamo portate a scuola». «Abbiamo cercato i nomi delle strade». «Abbiamo trovato i punti di riferimento come le strisce pedonali, la piazza, le panchine, la fontana del cortile…». «Cera il sole e c’era molto caldo e dopo ho sudato». «A me alla fine facevano male i piedi». «Ho visto un cane lupo grandissimo dietro il cancello di una casa». «Abbiamo visto l’acquedotto in lontananza e anche la centrale elettrica». «Mi ricordo quando Lorenzo ha detto che per disegnare tutto il paese ci voleva un foglio grande come tutto il paese, ma non è vero. Perché non eswiste un foglio di carta così grande e poi, per fare una mappa, bisogna disegnare le cose più piccole, più rimpicciolite, non grandi uguali». «Poi le mappe si devono disegnare come se tu sei su un elicottero, come se tu vedi le cose dall’alto».
Dopo siamo tornati in classe e abbiamo provato a disegnare le mappe del paese. Mi dite se avete trovato delle difficoltà e come le avete risolte, se siete riusciti a risolverle?
«Per disegnare le cose delle mappe bisogna farle più piccole e più viste dall’alto, per esempio se disegni una casa, disegni solo il tetto della casa, non devi disegnare i muri». «Anche i fiori, sono puntini”. “Io ho disegnato anche il cane lupo». «Io una volta ho visto casa mia sul computer. Me la ha fatta vedere mio padre. Su Gooogle Map, un programma apposta. Si vedeva proprio tutta la mia casa vista dall’alto. Si vedeva solo il tetto e la strada come su un aereo». «Se noi chiediamo all’altra classe di andare nella loro aula dove c’è la Lim, possiamo vederla anche noi». «Io ho avuto difficoltà a disegnare la fontana, invece il parco non ho avuto difficoltà». «Noi abbiamo avuto difficoltà a capire come dovevamo girare il foglio». «Noi a fare le strade dritte». «Noi siamo stati bravi a fare le rotonde perché sono facili». «Noi ci siamo sbagliati a disegnare i due cancelli della scuola perché li abbiamo fatti tutti dalla stessa parte del cortile, invece non sono così». «Poi a disegnare un cancello visto dall’alto è impossibile». «Noi avevamo delle difficoltà a sapere cosa stavamo disegnando e dove dovevamo farle, la chiesa e il campanile, dentro il foglio».
Alcuni di voi hanno disegnato delle cose più grandi e delle cose più piccole, perché?
«Via Patrioti noi l’abbiamo disegnata più grande della via Emilia perché è una strada più importante. Perché è la strada della nostra scuola». «Forse hanno disegnato la chiesa e la scuola più grandi perché sono più facili da disegnare». «No, perché sono più vicine a noi». «No, noi abbiamo disegnato il parco più in grande perché dentro al parco dovevamo disegnare tante cose: il pinco-panco, l’altalena e insomma, tutte le giostre e anche le panchine e la fontana». «No, a noi certe cose sono diventate più grandi perché ci sono venute più grandi. Insomma, per caso». «Secondo me le cose più belle ti viene naturale disegnarle più grandi perché le conosci meglio, invece quelle lontane sono più piccole perché non le conosci benissimo». «Poi sono anche più lontane e non si vedono benissimo». «Per me il cane, visto dall’alto, non può essere come un cane visto dal basso, altrimenti anche le case dovevano essere così, non si vedeva solo il tetto». «Per me gli alberi sono dei cespugli, visti dall’alto, questo l’ho capito. Ma allora i cespugli visti dall’alto, allora i cespugli sembrano degli alberi? Io non ho capito bene questa cosa». «Per me era un lavoro difficile perché era impossibile disegnare tutte le strade del paese perché sono tantissime e poi anche lunghissime». «Anche le case, allora, sono più di dieci o di cento!».
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