Sulla lunghezza d’onda del cinema
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Sulla lunghezza d’onda del cinema

Intervista a Michael Snow «Sono stato fortunato a vivere a New York negli anni ’60 Credo che l'influenza del New American Cinema resti molto forte. Stupefacente che molti giovani cineasti lavorino ancora oggi in 16mm»
Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 27 settembre 2014
Compirà a 85 anni a dicembre Michael Snow, artista visuale, musicista ma soprattutto cineasta, uno degli ultimi maestri del cinema sperimentale, autore di capolavori come Wavelenght (1967) e La Région Centrale (1971), ma anche di videoinstallazioni e, dunque, di un’idea di “espansione” e “ri-mediazione” delle immagini in movimento che ha attraversato diverse epoche. Nato a Toronto, ma formatosi anche negli Usa, amico di Mekas e compagni e dunque aderente al New American Cinema, Snow è sempre stato un innovatore, un autore curioso, in grado di rinnovarsi, di confrontarsi con i dispositivi, perfino secondo una logica di modernissimo remix estetico-tecnologico. Pensiamo...
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