Sulla filastrocca dei contrari o degli opposti
I bambini ci parlano La rubrica a cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica a cura di Giuseppe Caliceti
Avete capito cosa sono gli opposti?
«Sì, come i contrari». «sono la diversità: per esempio, tu puoi essere grasso o magro». «Però puoi essere anche a metà». «No, no, è il contrario. Non è la metà». «Per esempio, se io dico pesante, che il mio zaino è molto pesante, perché ci sono molti quaderni e molto libri vuoti, il contrario… Il contrario è pieno, che il mio zaino è pieno». «No, ti sbagli, il contrario di pesante è leggero». «Ah, è vero, il contrario è leggero, che il mio zaino non è pesante, è leggero». «Perché poi sono così tutte le cose. Anche noi, per esempio, adesso siamo più piccoli e dopo siamo più grandi perché noi cresciamo sempre». «No, dopo non diventiamo più alti». «Però quando lo zaino è più leggero, lo zaino è più leggero perché è vuoto, è solo lo zaino». «Sì, è vero, perché dentro, se dentro non c’è niente, neanche l’astuccio, allora non è vuota». «Il contrario di vuoto, però, non è leggero o pesante, ma è pieno. Vuoto, pieno. Quello è il contrario».
Guardiamo un po’ se conoscete altri contrari….
«Vicino, lontano. Grande, piccolo. Alto, basso. Grande, piccolo». «Ma questi li avevamo già detti». «Largo, stretto. Altissimo, bassissimo. Grandissimo, piccolissimo». «Ma è come grande e piccolo». «Profumato, non profumato. Bello, brutto. Veloce, lento come una lumaca». «È vero, perché il ghepardo è più veloce di una lumaca o di una tartaruga». «Aperto, chiuso. Dentro, fuori. Pieno, vuoto. Attento, non attento». «Felice, infelice. Piccolo, grande. Emozionato, non emozionato. Largo, stretto. Correre, non correre, stare fermo». «Esatto, sbagliato. Solo, in compagnia. Cattivo, buono. Corridore, non corridore. Vivo, morto. Finto…. Non lo so». «Vero. Finto, vero. Come una bambola che è finta e una bambina, invece, una bambina è vera, non è finta». «Dorme, non dorme. Mangia, non mangia. Meglio, peggio. Educato, maleducato. Molle, duro. Intelligente, scemo. Furbo, poco furbo. Colorato, non colorato. Cioè a colori, oppure senza colori». «Bianco, nero». «Niente, tutto. Spaventato, coraggioso. Salato, dolce».
Perciò i contrari come si possono definire… Cosa sono… ?
«Sono il contrario». «Che tu hai una cosa bella, ma c’è anche una cosa brutta. Perché non è mai la stessa cosa». «Fa capire, fanno capire che tutto è giusto ma anche sbagliato». «No, è giusto anche se è piccolo». «Che è giusto il contrario, ma anche il contrario». «Per me tutte le cose che ci sono, allora c’è anche il contrario». «A me piacciono i contrari perché sono come degli indovinelli». «Io ne so tantissimi di contrari». «Tutti sono tantissimi, per me. Sono anche cento, forse». «Perché uno non può essere sempre piccolo. O rimanere sempre piccolo. Perché poi se passa il tempo… Perché poi cresci anche tu». «Se passa il tempo cambiano tutte le cose, come il fiume che abbiamo studiato in storia».
E la poesia? Come vi siete trovato con lo studio della poesia? Era difficile?
«Moltissimo. Perché era divertente, però era troppo lunga».
Mi spiegano, quelli che sono riusciti a impararla quasi tra o tutta, come hanno fatto a impararla? Perché loro sono riusciti a impararla e altri no?
«Perché sono più… Perché hanno più memoria?» «Io prima ho iniziato la scorsa settimana a studiarne un pezzetto. Quattro righe. Poi ogni giorno altre quattro righe e dopo sono riuscita pian piano così, un po’ alla volta. Perché era troppo lunga per impararla tutta in una volta».
Sapete che è più facile da imparare per voi che per me o un altro adulto? Sapete perché?
«Forse perché tu sei più vecchio». «Perché tu hai più parole in testa da ricordare?» «Non lo so». «Per me è difficile uguale, perché io non sono riuscito a impararla tutta». «Per me era difficilissima». «Anche se c’erano le rime, anche mia mamma ha detto che era difficile, era troppo lunga».
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